L'uomo col megafono cercava, sperava, tentava di bucare il cemento e gridava nel vento parole di avvertimento e di lotta, ma intanto la voce era rotta e la tosse allungava i silenzi, sembrava che fosse questione di pochi momenti, ma invece di nuovo la voce tornava, la voce tornava...
Compagni! Amici! Uniamo le voci! Giustizia! Progresso! Adesso! Adesso!
L'uomo e il suo megafono sembravano staccati dal mondo, lui così magro, profondo e ridicolo insieme, lo sguardo di un uomo a cui preme davvero qualcosa, e che grida un tormento reale, non per un esaurimento privato e banale, ma proprio per l'odio e l'amore, che danno colore e calore, colore e calore ma lui... soffriva... lui soffriva... davvero
Compagni! Amici! Uniamo le voci! Giustizia! Progresso! Adesso! Adesso!
riprendo il mio megafono
e speriamo che funzioni
e manifesto il mio disagio personale
e culturale nel contesto, in cui protesto
perché non voglio più tenermi dentro tutto
dal momento che non posso
che non ci riesco
e manifesto l'inquietudine morale
di chi non si sente onesto
stando nascosto
perché non posso rimanere lì nell'angolo
se no divento matto...
e mani in alto
Daniele Silvestri
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