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mercoledì 26 settembre 2007

STRANE VOCI S'ODONO A DESTRA

Strane voci, ho ascoltato nelle ultime settimane, e la verità è, che poche mi sono piaciute. Non voglio ripetere dubbi e perplessità e nemmeno tornare a sviscerare il V-day ed il neo populismoqualunquismofascismo di cui accusano Beppe. Non credo di averne ne i mezzi ne le capacità. Ma da quando ho deciso di creare questo blog, ho scelto la voce ( scritta ) al silenzio e tutte le responsabilità che ne derivano. Mi trovo quindi nel “dovere” di riflettere su alcune lettere che mi sono arrivate e che come dicevo non mi sono piaciute. Mi spiego.
Sento odore di bruciato.
Chi sono gli amici di Grillo ? Chi c’era in piazza l’8 settembre ? Chi sputa in faccia a me per aver pubblicato la lettera di Daniele Luttazzi e a lui per averla scritta ? Chi è questa ( tanta, troppa ) gente ?
La violenza di circa 400 lettere è indice di qualcosa ? di qualcuno ?
Proteggono Beppe ? proteggono il permesso di agressione che Beppe gli ha offerto sul piatto dell’AUTODETERMINAZIONE ?

Ho visto ( con i miei occhi ) ad alcune feste dell’unità uomini di affiliazioni Fassiniane/Dalemiane inveire contro uomini di affiliazioni Sinistroidi che volevano sapere. Che avevano il coraggio/bisogno di chiedere. Ho visto i primi alzare le mani sui secondi. Ed ho visto negli occhi dei secondi...la paura dell’incomprensibile, dell’inconcepibile. I secondi non capivano ( ed io nemmeno) come un altro “ compagno” un altro fratello pottesse arrivare ad aggredirli. Non capivano, perchè l’atteggiamento del “ CANE DA GUARDIA “ cioè di chi difende A PRIORI il proprio PADRONE senza obiettare, domandare, PENSARE, è un atteggiamento tipico della DESTRA quella ESTREMA.
In quella occasione mi ero chiesto cosa fosse successo al “ popolo” della sinistra per arrivare a questi estremi destroidi fra loro stessi.
Oggi mi chiedo cosa sta succedendo nel “popolo” della destra.
Cosa ha liberato la porta aperta da Beppe ?
Il V-day era contro non tanto i politici, ma contro “UN MODO” di farla, la politica.
Non era un attacco Ad Personam, ma al sistema. Eppure in quanti lo hanno capito ?
Perchè oggi al potere in Italia c’è la Sinistra, e credo che purtroppo in molti abbiano interpretato il V-day proprio come un attacco alla sinistra o quanto meno a “questa sinistra”. E questo ha rafforzato e dato coraggio ( ne hanno sempre un gran bisogno) a gruppi più o meno estremi di destra. Da qui la violenza.
La mia paura ?
Il ritorno di una destra legittimata dalla piazza, e quindi forte di un appoggio popolare che prima “ in parte “ gli mancava.
Perchè Compagni, oggi in Italia non esistono “ ancora” alternative viabili e se la sisnistra cade chi tornerà al potere sarà la casa delle non libertà. Sarà il regime che oscurava, censurava, spiava e picchiava 6 anni fa.
E sará ancora più forte.

P.S
Per capire e capirci, voglio inaugarare una NUOVA SEZIONE del BLOG la chiamerò INTERVISTE COL FUTURO e sarranno varie interviste a gente comune, per sapere come vedono e vivono il loro meraviglioso mondo.

Un abbraccio a tutti i compagni rivoluzionari che ho nel mondo

Ale.

CHI MI HA CAMBIATO IL CAMBIO CLIMATICO ?


PUBBLICO UNA LETTERA DI EMILIANO CHE GESTISCE UNA PIATTAFORMA SOCIALE CHIAMATA " AUPA LIBERTA". ECCOVI LA VOCE DI QUESTO RIVOLUZIONARIO DI IDEE.


Ciao compagni
la settimana scorsa c'e stato il vertice delle Nazioni Unite sul "cambio climatico" e tra gli interventi, anche quello di David Harcharik, vice direttore generale della Fao. «Sono 852 milioni le persone - ha affermato Harcharik - vittime della fame e 815 milioni vivono nei Paesi poveri e in via di sviluppo. Questa cifra sta aumentando e la situazione peggiora di anno in anno. Le ragioni di questa drammatica e triste realtà sono tante e complesse, ma una è quella dei cambiamenti climatici». Secondo il vice direttore generale della Fao, il cambiamento del clima del pianeta «è ormai una realtà» perché gli studi compiuti mostrano fenomeni di siccità e alluvioni sempre più intensi, aumento del livello dei mari, rialzo delle temperature, incendi boschivi più numerosi: «Di fronte a questa situazione non è più sufficiente cercare solo di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici: dobbiamo riuscire ad adattarci a questa realtà». Secondo l'esponente della Fao, occorre in particolare cambiare le pratiche agricole, principalmente nei Paesi in via di sviluppo, tenendo conto dei fenomeni atmosferici sempre più violenti. Harcharik ha concluso il suo intervento augurandosi che la Fao possa beneficiare del lavoro avviato dall'Italia per contrastare i cambiamenti del clima e ribadendo la piena disponibilità a «qualsiasi collaborazione con il governo italiano affinché si posa contrastare con successo gli effetti del cambiamento del clima».
In sostanza ci dicono che siamo fottuti ma di stare tranquilli. STRONZI!
AUPA LIBERTA
Emiliano

IL MARCHESE DEL GRILLO




IL NOSTRO CARISSIMO MARCO TRAVAGLIO CI SCRIVE PER RICORDARCI DI NON DIMENTICARE.

Mettiamo che il pubblico ministero catanzarese Luigi De Magistris sia pazzo. Mettiamo che si sia inventato tutto. Mettiamo che le sue indagini sui forzisti Giancarlo Pittelli e Giuseppe Chiaravalloti, sul ds Nicola Adamo e la sua signora Enza Bruna Bossio, su Nicola Buccico di An, sul governatore di centrosinistra Agazio Loiero, sull'Asl di Locri già denunciata dal compianto Francesco Fortugno prima di morire ammazzato, sul sottosegretario ds Filippo Bubbico, sul segretario Udc Lorenzo Cesa, sul presidente del Consiglio Romano Prodi e su alcuni uomini del suo staff, sui presunti faccendieri Salatino (Compagnia delle Opere) e Bisignani (ex-P2) che telefonavano spesso e volentieri al ministro della Giustizia Clemente Mastella, siano frutto della sua fantasia malata.

Mettiamo che tutti i suddetti indagati siano puri e lindi come gigli di campo. Facciamo finta che la Calabria sia il regno di Saturno, una regione bene amministrata, dotata di una classe dirigente immacolata, e che i 32 consiglieri regionali indagati o condannati su 50 siano tutti vittime della malagiustizia. Ecco, facciamo finta e poniamoci una domanda: quando un privato cittadino finisce sotto inchiesta, si fa tutta la trafila e attende pazientemente la fine delle indagini, la decisione del gip sull'archiviazione o sul rinvio a giudizio e, nel secondo caso, il verdetto del Tribunale, e poi della Corte d'appello e infine della Cassazione. I suddetti signori, invece, vogliono la scorciatoia?

Se il Csm accoglierà la richiesta del ministro Mastella, amico e compare telefonico di alcuni di loro, essi vedranno trasferire il loro pm ad altra sede e la loro inchiesta a un altro magistrato, possibilmente più malleabile. Piacerebbe a tutti potersi scegliere il pubblico ministero preferito, ma un comune cittadino non può. Lorsignori invece sì. Dopo mesi trascorsi a discutere di "casta", di "antipolitica", di "lotta ai privilegi" e di "V day", la classe politica si dà un gran daffare per procurare nuovi proseliti a Beppe Grillo, non bastando il milione dell'8 settembre. Da un lato tuonano contro il "qualunquismo" di chi dice che sono tutti uguali, dall'altro compiono ogni sforzo per dar loro ragione. Berlusconi tentava di cacciare i giudici che lo processavano? Mastella tenta di cacciare il magistrato che indaga su Prodi e sulle telefonate di Mastella. "Casta" ormai è un termine, oltrechè abusato, riduttivo.



E' l'eterna Italia del marchese del Grillo: "Io so' io e voi nun siete un cazzo".

LA VERITA E LA COLOMBA




COMPAGNI, SONO CONFUSO. ABBIAMO CREATO UN BLOG DI " RIVOLUZIONARI " E CI SCRIVONO UN SACCO DI PRETI.
COSA STA SUCCEDENDO ? COSA GLI AVETE FATTO ?
BENEDETTO DOVE SEI ?
MANCHI SOLO TU.
SPERO CHE PADRE BENJAMIN MI PERDONI SE DICO CHE HA I "CONTROMARONI" ( DAVANTI E DIETRO ) MA GENTE COSI, MANCA.

COMINCIAMO A CLONARLI, UNO IN OGNI STRADA, IN OGNI BAR, IN OGNI CASA.

PRETI RIVOLUZIONARI…. DOVE ANDREMO A FINIRE !!

Cari Compagni,
sono padre Benjamin, non so se vi ricordate, nel marzo 2003 prima dell’aggressione americana contro l’Iraq, dicevo a "Porta a Porta" che non c’era in quel Paese nessuna arma di distruzione di massa, che era tutta una montatura di Washington per ingannare l’ONU e l’opinione pubblica.
Dicevo che se avessero invaso l’Iraq non avrebbero trovato nessuna arma di distruzione di massa, ma certamente un'eroica resistenza all’invasione. Mi hanno risposto con offese, ingiurie, calunnie e hanno dato ordine alle reti televisive e alle radio di non parlare dei miei libri e dei miei film sull’Iraq. Quando si dice la verità e i potenti Signori delle bugie non possono risponderti con altre menzogne, impiegano la denigrazione, l’insulto, la diffamazione.
Anche me hanno trattato da terrorista, perché dicevo la verità su quanto accadeva realmente in Iraq e denunciavo le menzogne dei "Signori delle Bugie" di Washington e Londra. Il Corriere della Sera, in un editoriale (del 2004) di un giornalista amico di un signore libico Capo del Mossad a Roma, aveva pubblicato che facevo parte di un’associazione islamica terroristica. Niente di più. Ho scritto cortesemente al quotidiano di correggere. Nessuna risposta. Il mio avvocato ha scritto al Direttore del quotidiano e al giornalista. Anche per lui, nessuna risposta. Ho fatto causa e ho vinto, con una sentenza definitiva del Tribunale di Milano.
Tutti questi "cani guardiani del Potere" mi trattavano in diretta televisiva da pro Saddam, perché dicevo che secondo l’UNICEF morivano in Iraq da 5 a 6.000 bambini al mese per le conseguenze dell’embargo, mi trattavano da anti-americano, perché dicevo che avevano contaminato la popolazione e l’ambiente con armi all’uranio impoverito, affermavano che queste armi non esistevano!
Gianfranco Fini mi tirava in faccia che non ero degno di portare l’abito religioso, perché affermavo che il rapporto presentato al Congresso americano, rapporto dell’Istituto strategico del Collegio di Guerra della Pennsylvania, conferma che nella strage di Halabja contro i Kurdi, che fece 5.000 vittime, con armi chimiche, l’Iraq non c’entrava niente. Citavo un rapporto ufficiale presentato al Congresso americano nel 1989, ma Fini, che nel 1983 viaggiava con Donald Rumsfeld in Iraq per andare a stringere la mano a Saddam Hussein, lui, nel 2003, Ministro degli Affari Esteri, non sapeva nulla di questo rapporto al Congresso. Ecco perché il processo a Saddam Hussein sulla tragedia dei Kurdi di Halabja non l’hanno mai voluto fare. Ecco perché l’hanno impiccato prima (per aver ucciso 148 estremisti islamici): per evitare il processo per le vittime di Halabja. Sarebbe saltato fuori il famoso rapporto al Congresso intitolato "Iraqi power and U.S. Security in the Middle East (97 pagine)" e sarebbe stato scoperto che in questa faccenda, loro, gli americani, avevano una pesante responsabilità.
Manipolano le coscienze con montagne di menzogne e offendono coloro che divulgano la verità per denigrarli presso l’opinione pubblica con la loro potente macchina di disinformazione. Per farlo, i loro "cani da guardia", su tute le reti aziendali, abbaiano. Contro chi attacca la loro egemonia, contro chi denuncia il loro predominio e la loro arroganza. Il loro odio non ha fine. Per fermare chi dice la verità non si fermano dinanzi a nulla. Ecco un esempio: il 14 febbraio 2003 accompagnavo Tareq Aziz e la delegazione irachena per l’incontro con Papa Giovanni Paolo II. Saputa la cosa, hanno fatto di tutto per impedirlo. Sono (i signori delle Bugie e del Potere) intervenuti presso il Cardinale Camillo Ruini e presso alcuni potenti Prelati della Segreteria di Stato del Vaticano, perché mi fosse impedito di incontrare Giovanni Paolo II. E così fu.
Il giorno dell’udienza, arrivato con la delegazione irachena presso la biblioteca del Papa, mi fu impedito di entrare e mi fu chiesto di aspettare (come un cane), da solo, in una stanza. Dopo l’udienza di Aziz con il Papa, quando il Ministro iracheno è venuto a sapere quanto era accaduto, furioso, ha deciso di cancellare la conferenza stampa del pomeriggio presso la Sala Stampa Esteri. E’ soltanto dopo aver insistito per tre volte di mantenere la conferenza che finì per accettare. Tareq Aziz doveva partecipare a "Porta a porta". Una telefonata del produttore mi informava, la mattina della trasmissione, che era stato vietato ai giornalisti di ricevere il ministro iracheno negli studi della RAI, e furono cancellate tutte le trasmissioni Rai alle quali avrebbe dovuto partecipare Aziz.
Democrazia in delirio.E’ così: i Media aziendali devono obbedire ai loro sponsor, lobby dell’armamento e del petrolio. Chi paga, comanda. Prendono i figli di Dio per dei coglioni, ma il peggio è che i figli di Dio non se ne rendono nemmeno conto! Fabbricano, nei loro studi, un video con un attore nel ruolo di Bin Laden.
Un anno fa con la barba grigia, adesso con la barba nera. Se ne accorgono troppo tardi e dicono che la barba di Osama è nera in questo nuovo video, perché è una tradizione degli islamici di tingersi la barba quando sono in guerra. L’anno scorso la barba di Osama era grigia e bianca, oggi è nera! Probabilmente perché l’anno scorso, anche se Bin Laden era in guerra, aveva dimenticato di andare in tintoria. Pronto il nuovo video di Osama barba nera, tutti i "cani da guardia" a trasmetterlo con appassionati commenti.
L’anno scorso, i Servizi segreti francesi avevano dichiarato che Bin Laden era morto e che ne avevano le prove. Sarà risuscitato. In un video, vedi Bin Laden mangiare con la mano destra quando è mancino e tutti coloro che lo conoscevano possono testimoniare che è mancino, ma fa niente, nessuno lo sa. Il suo anello al dito, non è suo, ma fa niente, non si vede bene. Gran parte dei discorsi del Bin Laden super star sono stati scritto da Adam Gadhan, di Los Angeles, il cui nome originale è Adam Pearlman (anche noto come Azzam l’Americano), ma fa niente. Che ne sa il gregge della RAI.
Vi dicono: oggi 27 attentati terroristici in Iraq. Non sanno nemmeno in Iraq chi siano gli autori di queste azioni, ma i Media in Occidente ti dicono che sono dei terroristi. Nell’ultima guerra mondiale, durante l’occupazione della Francia, la radio tedesca di propaganda diceva della Resistenza francese che si trattava di terroristi che attaccano le forze tedesche. Diceva Goebbels, capo della propaganda del III° Reich: "Quando dite una bugia, dovete ripeterla mille volte, alla fine tutti crederanno che è vera".
Così fanno i servi dell’Impero della Bugia di Washington, Londra, Roma, Parigi e Sidney. Vi ricordate che i "cani guardiani del potere" avevano pubblicato che padre Benjamin aveva ricevuto dal Governo di Saddam Hussein delle "allocazioni" di petrolio. Avevo risposto che non le avevo mai accettate. Quando gli ispettori dell’ONU hanno pubblicato il loro rapporto e hanno scritto che non soltanto il Ministero del petrolio a Baghdad e la SOMO confermava che padre Benjamin non aveva mai ritirato queste allocazioni, ma che le aveva rifiutate ufficialmente con una lettera a Tareq Aziz (della quale gli ispettori dell’ONU avevano una copia), nessun quotidiano, dico nessuno di quelli che mi avevano offeso e denigrato, ha avuto il coraggio di scrivere "ci siamo sbagliati con Benjamin: il rapporto ONU conferma che non ha mai accettato queste allocazioni di barili di petrolio". Anzi, padre Benjamin è stato l’unico, tra centinaia di personalità, ad aver rifiutato. L’unico stronzo, perché adesso si è fatto fregare il suo petrolio dagli americani.
Invece, immaginatevi il casino se fosse adesso rivelato quale società di Donald Rumsfeld faceva business con Saddam Hussein durante l’embargo e la quantità di barili di petrolio ed altro che si sono presi due Capi di Stato di Paesi Europei. E non sono quei Capi di Stato che si potrebbe immaginare, perché contrari all’aggressione contro l’Iraq. No, sono altri.
Potrei scriverci un libro, potrei anche raccontarvi un sacco di cose sull’11 settembre 2001, sulle confidenze di Tareq Aziz durante la sua visita in Italia, su cosa probabilmente accadrà prossimamente in Iraq, ma non voglio abusare della vostra pazienza e del vostro tempo.


Ringrazio Alex per l'ospitalitá e voi giovani "rivoluzionari di idee" per avermi letto fin qui.. Saranno capaci di tutto per fermarvi, ma non ce la faranno. Su questo treno stanno salendo ogni giorno sempre più viaggiatori.


Ricordatevi di Colui che diceva "la Verità vi renderà liberi".

IO EMIGRANTE..EMIGRANTE MIO



Addio città un tempo fortunata,


tu di belle rocche superbe;


se del tutto Pallade non ti avesse annientata,


certo ancora oggi ti leveresti alta da terra.


(Euripide: «Le Troiane»)


Presto, padre mio,


dunque: sali sulle mie spalle,


io voglio portarti,


né questa sarà fatica per me.


Comunque vadan le cose,


insieme un solo pericolo una sola salvezza avrem l’uno e l’altro.


Il piccolo Iulio mi venga dietro,


discosta segua i miei passi la sposa


(Virgilio: «Eneide»)


Questi versi di Euripide e di Virgilio voglio dedicare ai fuggiaschi di ogni luogo, agli scampati di ogni guerra, di ogni disastro, a ogni uomo costretto a lasciare la propria città, il proprio paese e a emigrare altrove. Sono dedicati, i versi, agli infelici che oggi approdano, quando non annegano in mare, sulle coste dell’Europa mediterranea, approdano, attraverso lo stretto di Gibilterra, a Punta Carmorimal, Tarifa, Algesiras; approdano, attraverso il canale di Sicilia, nell’isola di Lampedusa, di Pantelleria.La storia del mondo è storia di emigrazione di popoli - per necessità, per costrizione - da una regione a un’altra. Nel nostro Mediterraneo, nella Grecia peninsulare, gli Achei lì emigrati nel XIV secolo a.C. danno origine alla civiltà micenea che soppianta la civiltà cretese, che a sua volta viene offuscata dalla migrazione dorica nel Peloponneso. Con questi greci cominciò, nel XXII secolo a.C. la grande espansione colonizzatrice nelle coste del Mediterraneo - in Cirenaica, nell’Italia meridionale (Magna Grecia), in Sicilia, Francia, Spagna. La colonizzazione greca in Sicilia, dove vi erano già i Siculi, i Sicani e gli Elimi, avvenne con organizzate spedizioni di emigranti, di fratrie, comunità di varie città - Megara, Corinto, Messane... - che sotto il comando di un ecista, un capo, tentavano l’avventura in quel Nuovo Mondo che era per loro il Mediterraneo occidentale. In Sicilia fondarono grandi città come Siracusa, Gela, Selinunte, Agrigento, convissero con le popolazioni già esistenti, assunsero spesso i loro miti e riti, stabilirono pacifici rapporti, per molto tempo, con la fenicia Mozia e con l’elima Erice.Ma non voglio qui certo fare - non saprei farla - la storia dell’emigrazione nell’antichità. Voglio soltanto dire che l’emigrazione è fra i segni più forti - oltre quelli delle guerre e delle invasioni - della storia.
In una notte di giugno dell’827 d.C., una piccola flotta di Musulmani (Arabi, Mesopotamici, Egiziani, Siriani, Libici, Magrebini, Spagnoli), al comando del dotto giurista settantenne Asad Ibn al-Furàt, partita dalla fortezza di Susa, attraversato il braccio di mare di poco più di cento chilometri, sbarcava in un piccolo porto della Sicilia: Mazara. Da Mazara quindi partiva la conquista di tutta l’isola, da occidente fino a oriente, fino alla bizantina e inespugnabile Siracusa, dove si concludeva dopo ben settantacinque anni. Ma con i Musulmani comincia per la Sicilia una sorta di rinascimento. Rifiorisce l’agricoltura, la pesca, l’artigianato, il commercio, l’arte. Ma il miracolo più grande che si opera durante la dominazione musulmana è lo spirito di tolleranza, la convivenza tra popoli di cultura, razza, religione diverse. Questa tolleranza, questo sincretismo culturale erediteranno poi i Normanni, sotto i quali si realizza veramente la società ideale, quella società in cui ogni cultura, ogni etnia vive nel rispetto di quella degli altri. Il grande storico dell’800 Michele Amari ci ha lasciato La storia dei Musulmani di Sicilia, scritta, dice Vittorini, «con la seduzione del cuore».


Segno forte l’emigrazione, anche e sopratutto della storia italiana moderna.«Dall’Unità d’Italia (1860) non meno di 26 milioni di italiani hanno abbandonato definitivamente il nostro Paese. È un fenomeno che, per vastità, costanza e caratteristiche, non trova riscontro nella storia moderna di nessun altro popolo». Sull’emigrazione nel Nuovo Mondo esiste, sappiamo, una vasta letteratura storico-sociologica, documentaria, ma anche una letteratura letteraria. Il racconto Dagli Appennini alle Ande, del libro Cuore di Edmondo De Amicis, è il più famoso. E anche, dello stesso autore, Sull’Oceano. Meno famoso è invece il poemetto Italy di Giovanni Pascoli; Sacro all’Italia raminga ne è l’epigrafe.

A Caprona,


una sera di febbraio,


gente veniva, ed era già per l’erta,


veniva su da Cincinnati, Ohio.


Non era allora solo nelle Americhe l’emigrazione, avveniva anche, e soprattutto dal Meridione d’Italia, dalla Sicilia, nel Magreb, in Tunisia particolarmente. Questa emigrazione comincia nei primi anni dell’Ottocento, ed è di fuoriusciti politici. Liberali, giacobini e carbonari, perseguitati dalla polizia borbonica, si rifugiano in Algeria e in Tunisia. Scrive Pietro Colletta nella sua Storia del reame di Napoli: «Erano quelli regni barbari i soli in questa età civile che dessero cortese rifugio ai fuoriusciti». In Tunisia si fa esule anche Garibaldi e più tardi il nostro carissimo Craxi .La grossa ondata migratoria di bracciantato italiano in Tunisia avvenne tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento per la crisi economica che colpì le regioni meridionali. Si stabilirono, questi emigranti sfuggiti alla miseria, alla Goletta, a Biserta, Susa, Monastir, Mahdia, nelle campagne di Kelibia di Capo Bon, nelle regioni minerarie di Sfax e di Gafsa. Nel 1911 le statistiche davano una presenza italiana di 90.000 unità. Alla Goletta, a Tunisi, in varie altre città dell’interno, v’erano popolosi quartieri chiamati «Piccola Sicilia» o «Piccola Calabria». Anche sotto il Protettorato Francese l’emigrazione di lavoratori italiani in Tunisia continuò sempre più. Ci furono vari episodi di naufragi, di perdite di vite umane nell’attraversamento del Canale di Sicilia su mezzi di fortuna (vediamo come la storia dell’emigrazione, nelle sue dinamiche, negli effetti, si ripete molto spesso al contrario. Ieri noi, oggi loro). La fine degli anni Sessanta del secolo scorso, nell’Italia dell’industrializzazione, del cosiddetto miracolo economico, della crisi del mondo agricolo e insieme della nuova emigrazione di braccianti dal Sud verso il Nord industriale, del Paese e dell’Europa, quella fine degli anni Sessanta segna la data fatidica dell’inversione di rotta della corrente migratoria nel Canale di Sicilia. Segna l’inizio di una storia parallela, speculare a quella nostra.Di siberie, di campi di lavoro, di mondi concentrazionari, di oppressione di popoli a causa di regimi totalitari o coloniali sono stati i tempi da poco trascorsi. Tempi vale a dire in cui l’umanità, per tre quarti, è stata prigioniera, incatenata all’infelicità. E le siberie hanno fatto sì che il restante quarto dell’umanità, al di qua di mura o fili spinati, vivesse felicemente, nello scialo dell’opulenza e dei consumi si alienasse. Ma dissoltesi idolatrie e utopie, crollati i colonialismi, abbattute le mura, recisi i fili spinati, sono arrivati i tempi delle fughe, degli esodi, da paesi di mala sorte e mala storia, verso vagheggiati approdi di salvezza, di speranza. Ed è il presente - un presente cominciato già da parecchi anni - un atroce tempo di espatri, di fughe drammatiche, di pressioni alle frontiere del dorato nostro «primo» mondo, di movimento di masse di diseredati, di offesi, di oltraggiati.Da ogni Est e da ogni Sud del mondo, da afriche dal cuore sempre più di tenebra, da sudameriche di crudeltà pinochettiane si muovono oggi i popoli dei battelli, dei gommoni, delle navi-carrette, dei containers, delle autocisterne, carovane di scampati a guerre, pulizie etniche, genocidi, fame, malattie, inondazioni e siccità. Fugge tutta questa umanità dolente ed è preda ancora dei criminali del traffico, di vite umane, sparisce spesso nei fondali dei mari, nelle sabbie infuocate dei deserti, come detriti di una immane risacca finisce sopra scogli, spiagge desolate o anche fra i vacanzieri stesi al sole per abbronzarsi. Non voglio andare lontano, non voglio dire del muro di acciaio eretto al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, ma dire di qua, del confine d’acqua che separa l’Europa da ogni Sud del mondo, dire del Mediterraneo e della bella Italia, del suo Adriatico e del suo Canale di Sicilia.Tante e tante volto le carrette di mare provenienti dall’Albania, dalla Tunisia o dalla Libia, carrette stracariche di disperati, si sono trasformate in bare di ferro nei fondali del mare, bare di centinaia di uomini, di donne, di bambini, a cui, come all’eliotiano Phlebas il Fenicio, «una corrente sottomarina / spolpò l’ossa in dolci sussurri». E finiscono anche i corpi degli annegati nelle reti dei pescatori siciliani... E si potrebbe continuare con le cronache di tragedie quotidiane, di una tragedia epocale che riguarda i migranti, le non-persone che cercano di entrare nella vecchia Italia, nella vecchia Europa della moneta unica, delle banche e degli affari. Vecchia soprattutto l’Italia per una popolazione di vecchi. «Ci troviamo oggi tra un mare di catarro e un mare di sperma» ha detto icasticamente il poeta Andrea Zanzotto. E la frase-metafora vuole dire di quanto ciechi noi siamo a voler continuare a sguazzare nel nostro mare di catarro e a voler scansare quel mare di vitalità che è arricchimento: fisiologico economico, culturale, umano... Scansare o eludere quell’incontro o incrocio di etnie, di lingue, di religioni, di memorie, di culture, incrocio che è stato da sempre il segno del cammino della civiltà. Respingiamo l’emigrazione dal terzo o quarto mondo erigendo confini d’acciaio con leggi e decreti, come la vergognosa legge italiana sull’emigrazione che porta il nome dei deputati di estrema destra Bossi e Fini, insorgendo con nuovi e nefasti nazionalismi, con stupidi e volgari localismi, con la xenofobia e il razzismo, con la cieca criminalizzazione del diseredato, del diverso, del clandestino.Il ritorno infelice è il titolo del saggio del sociologo Antonino Cusumano, in cui tratta dell’emigrazione magrebina in Sicilia, a partire dal 1968, come sopra dicevamo.Sono passati quarant’anni dall’inizio di questo fenomeno migratorio. Da allora, nessuna previsione, nessuna progettazione, nessun accordo fra governi, fino a giungere all’emigrazione massiccia, inarrestabile di disperati che fuggono dalla fame e dalle guerre, emigrazione che si è cercato di arginare con metodi duri, drastici, violando anche quelli che sono i diritti fondamentali dell’uomo.Di fronte a episodi di contenzione di questi disperati in gabbie infuocate, di detenzione nei cosiddetti Centri di Permanenza Temporanea, che sono dei veri e propri lager, di fronte a ribellioni, fughe, scontri con le forze dell’ordine, scioperi della fame e gesti di autolesionismo, si rimane esterrefatti. Ci tornano allora in mente le parole che Braudel riferiva a un’epoca passata: «In tutto il Mediterraneo l’uomo è cacciato, rinchiuso, venduto, torturato e vi conosce tutte le miserie, gli orrori e le santità degli universi concentrazionari».

giovedì 13 settembre 2007

LA GUERRA AL TERRORE....FA PAURA !

11 SETTEMBRE

11 settembre 2001: 2750 morti nel tragico attacco alle "torri Gemelle"

11 settembre 2007: Bilancio della invasione USA in Iraq:

- 700.000 morti civili
- 3.800 soldati USA uccisi
- 500 soldati inglesi/spagnoli/italiani e di altri paesi uccisi
- 40.000 soldati feriti di cui moltissimi in maniera gravissima e permanente
- 4.000.000 di profughi iracheni- guerra civile in atto tra sciiti e sunniti
- 600.000.000.000 di dollari ad oggi spesi per la guerra in Iraq
- aumento degli attacchi terroristici del 500% negli ultimi 6 anni

mercoledì 12 settembre 2007

RIFLESSIONI LUTTAZIANE




CARI COMPAGNI, NON ESISTONO VERITÀ ASSOLUTE E CHI PENSA DI POSSEDERLE, SBAGLIA, SEMPRE.
FIN DAL PRINCIPIO, SIA NELLE LETTERE AI COMPAGNI, COSÌ COME NEL BLOG, HO SPECIFICATO CHE NON ESISTONO DIVISIONI ( DESTRA / SINISTRA ) IDEOLOGICHE REALI, SE LE USIAMO E PER DARCI UN SENSO DI APPARTENENZA E SICUREZZA, SE LE USANO ( QUELLI IN ALTO ) E PER DIVIDERCI.
LA BARCA È SOLO UNA E CI SIAMO TUTTI SOPRA. IN QUESTO SENSO PUBBLICO UNA LETTERA DEL NOSTRO CARISSIMO DANIELE LUTTAZZI, CHE NON LA PENSA COME IL NOSTRO CARISSIMO BEPPE GRILLO. OGNI UOMO HA UNA VOCE ED È GIUSTO OLTRE CHE DOVEROSO ASCOLTARLE TUTTE, QUINDI ADELANTE DANIELE...

Il cosa e il come
Su Beppe Grillo ho tutta una serie di riserve che riguardano il cosa e il come. Spunti per una riflessione, niente di più: Grillo è ormai un tesoro nazionale come ( fatevi da soli il paragone: è la "democrazia dal basso" ) e a caval donato non si guarda in bocca. Certo non mi auguro che finisca come Benigni, a declamare Dante in braccio a Mastella. ( Il Benigni di vent'anni fa si sarebbe fatto prendere in braccio da Mastella solo per pisciargli addosso. E una volta l'ha fatto! Bei tempi. )
AVVERTENZA AI FIGLI DI BUONA DONNA
I figli di buona donna che allignano nei bassifondi della repubblica mediatica saranno tentati di strumentalizzare questo post ( " LUTTAZZI CONTRO GRILLO " ) per dare addosso in modo becero a Beppe, come hanno già fatto inventandosi l'insulto a Marco Biagi durante il V-day. L'alternativa è che me ne stia zitto per evitare l'ennesimo circo: ma dovete ammettere che il tema è troppo interessante; e tacere sarebbe, in fondo, come subire il ricatto dei figli di buona donna. Ho aspettato tre giorni, così almeno ho evitato il rendez-vous immediato. ( L'informazione all'italiana prevede infatti: giorno uno, la notizia; giorno due, la polemica; giorno tre, i commenti sulla polemica; giorno quattro: parlare d'altro. E invece eccomi qua. ) Se questa precauzione non dovesse bastare, vorrà dire che chi ne approfitterà finirà dritto dritto in uno speciale elenco dei bastardi che mi stanno sulle palle. ( Sul quaderno apposito ho già scritto " volume uno ". )

IL COSA
In soldoni, la proposta di legge per cui Grillo ha raccolto 300mila firme mi sembra che faccia acqua da tutte le parti.
Primo, perchè un parlamentare con più di due legislature è una persona la cui esperienza può fare del bene al Paese. Pensiamo a gente del calibro di Berlinguer o di Pertini ( talenti che non ci sono più, ma questo è un problema che non risolvi con una legge, ci vorrebbe il voodoo ). Grillo li manderebbe a casa dopo due legislature, in automatico. Perchè "i politici sono nostri dipendenti." Le accuse di populismo che gli vengono rivolte sono qui fondatissime, specie quando le rigetta usando non argomenti che entrino nel merito, ma lo sfottò, che è sempre reazionario. ( "Gli intellettuali con il cuore a sinistra e il portafoglio a destra hanno evocato il qualunquismo, il populismo, la demagogia, uno con la barba ha anche citato, lui può farlo, Aristofane, per spiegare il V-day. " Non è "uno con la barba": è il sindaco di Venezia Massimo Cacciari, filosofo, che ha espresso civilmente il suo parere contrario, argomentando. )
Due, perchè chi è condannato in primo e secondo grado non lo è ancora in modo definitivo. In Italia i gradi di giudizio sono tre. Il problema da risolvere è la lentezza della giustizia. I magistrati devono avere più mezzi, tutto qui. ( "Tutto qui" è ovviamente l'understatement del secolo. )
Terzo, perchè poter esprimere la preferenza per il candidato ha dei pro e dei contro che si bilanciano ( come capita nel modo attuale ). In passato, ad esempio, poter esprimere la preferenza non ha impedito ai partiti di far eleggere chi volevano ( collegi preferenziali eccetera ) . Nè ha impedito alla gente di scegliere, col voto di preferenza, degli autentici filibustieri.
L'illusione alimentata da Grillo è che una legge possa risolvere la pochezza umana. Questa è demagogia.
Ma non è solo il cosa. E' soprattutto IL COME. Un esempio: dato che Di Pietro ha aderito alla sua iniziativa, Grillo ha detto:-Di Pietro è uno per bene.- Brrrr. Quindi chi non la pensa come Grillo non lo è? Populismo.
L'anno scorso, a Padova, gli "amici di Grillo" avevano riempito il palazzetto dove avrei fatto il mio monologo con volantini WANTED che mostravano la foto dei politici condannati. Li ho fatti togliere spiegandone la demagogia: gli amici di Grillo puri e buoni contro i nemici cattivi. Quando arriva Django?
Lenny Bruce sosteneva, a ragione, che chi fa satira non è migliore dei suoi bersagli. Se parli alla pancia, certo che riempi le piazze, ma non è "democrazia dal basso": al massimo è flash-mobbing.
AMBIGUITA'
Grillo si guarda bene dallo sciogliere la sua ambiguità di fondo: che non è quella di fare politica ( satira e teatro sono politici da sempre, anche se oggi c'è bisogno di scomodare Luciano Canfora per ricordarcelo ) ( -Canforaaaaa!- ), ma quella di ergersi a leader di un movimento politico volendo continuare a fare satira. E' un passo che Dario Fo non ha mai fatto. La satira è contro il potere. Contro ogni potere, anche quello della satira. La logica del potere è il numero. Uno smette di fare satira quando si fa forte del numero di chi lo segue. Grillo il problema manco se lo pone. ( La demagogia è naif. Lo sa bene Bossi, che ieri gli ha pure dato dell'esagerato: perchè una cosa sono i fucili, una cosa ben diversa è il vaffanculo. )
Scegli, Beppe! Magari nascesse ufficialmente il tuo partito! I tuoi spettacoli diventerebbero a tutti gli effetti dei comizi politici e nessuno dei tuoi fan dovrebbe più pagare il biglietto d'ingresso. Oooops!
- I partiti sono il cancro della democrazia.- dice Grillo, servendosi di una cavolata demagogica che era già classica all'epoca di Guglielmo Giannini. Come quell'altra, secondo cui " in Italia nulla è cambiato dall'8 settembre del 1943 ". Ma va' là!Adesso Grillo esalta la democrazia di internet con la stessa foga con cui dieci anni fa sul palco spaccava un computer con una mazza per opporsi alla nuova schiavitù moderna inventata da Gates. La gente applaudiva estasiata allora, così come applaude estasiata ora. Si applaude l'enfasi. Il marketing di Grillo ha successo perchè individua un bisogno profondo: quello dell'agire collettivo. Senza la dimensione collettiva, negata oggi dallo Stato e dal mercato, l'individuo resta indifeso, perde i suoi diritti, non può più essere rappresentato, viene manipolato. E' questo il grido disperato che nessuno ascolta. La soluzione ai problemi sociali, economici e culturali del nostro Paese può essere solo collettiva. A quel punto diventerebbe semplice, anche per Grillo, dire:- Non sono il vostro leader. Pensate col vostro cervello. Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo.-

martedì 11 settembre 2007

LA MORTE DELLA VITA


Cari Compagni sapete quanto mi stà a cuore il tema dell'aborto, dopo la scoperta che qui nella Comunità Valenciana è la prima "causa di morte", vogliamo quindi parlare dell’aborto selettivo finito in tragedia in un ospedale di Milano? Leggo sui giornali che il Vaticano «è irato», che nessuno ha il diritto di sostituirsi a Dio, che questa è eugenetica, che bisogna cambiare la legge 194. Spero di non suscitare ulteriore irritazione dichiarando che sono perplesso. Anzitutto, mi chiedo di quale Dio stiamo parlando. Non trovo argomenti razionali per scegliere, vorrei indicazioni più precise: il Dio degli eserciti? Allah? Geova? Budda? Non è cosa di poco conto: se si tratta del Dio dei musulmani, siamo nei guai, le interpretazioni delle scuole giuridiche sull’inizio della vita personale non sono uniformi e per alcune di loro il feto merita rispetto solo dopo l’animazione, 40 o addirittura 120 giorni dopo il concepimento; per gli ebrei è bene andare a chiedere ai rabbini, ma è molto citato uno di loro che ritiene che l’embrione sia una goccia d’acqua.Per i cattolici - ma solo per i buoni cattolici - vale il concetto della "palla prigioniera" per il quale è sufficiente che i gameti si tocchino perché si possa dichiarare iniziata la vita personale; immagino che per un evangelista conti di più il personalismo relazionale (bisogna che l’embrione entri in contatto con il grembo materno, perché è così che ha inizio la sua relazione con l’umanità, che fa di lui una persona), ed esiste una setta, non molto nota ma ricca di fantasia e di cultura, quella dei Dubitatori di Bertinoro secondo la quale è possibile (i Dubitatori di Bertinoro non sono mai certi di nulla) che l’embrione divenga persona solo dopo aver avuto il primo rapporto sessuale. E se vi sorprende l’incertezza degli ebrei e dei musulmani, non so cosa mai potrete dire dei cattolici i quali hanno depositato dal notaio almeno dieci differenti versioni della teoria sull’inizio della vita personale, sembra che le loro frequentazioni notarili superino quelle del cavalier Berlusconi. E mi chiedo come potranno togliersi dall’imbarazzo atei e agnostici razionalisti che all'esistenza di dio non credono e che da Dio, Geova, Allah, Budda si tengono lontani, anche seguendo il consiglio dei genitori che li hanno sempre pregati di guardarsi dagli sconosciuti.Certo che, di fronte a tanta confusione, il rigore della Chiesa cattolica mi impressiona, tanta determinazione deve essere per forza indice di certezza. Non è che saranno loro i proprietari della verità? Ho cercato conferma di questa straordinaria sicurezza, e siccome sono ingiustamente accusato di essere un anticlericale, sono andato a curiosare nel paese che ha, unico in Europa, il privilegio di aver legiferato contro l’aborto volontario, seguendo pedissequamente le indicazioni di Santa madre chiesa, l’Irlanda. Potevo scegliere meglio di così? Ebbene, non voglio tenervi in sospeso.L’Irlanda ha inserito nella sua Costituzione questo articolo: «Lo stato riconosce il diritto alla vita del non ancora nato, nel rispetto dell’uguale diritto alla vita della madre, e garantisce nelle sue leggi di rispettare e, per quanto possibile, di difendere e tutelare tale diritto con leggi opportune». Perfetto.Solo che nel 2002 il governo irlandese propone di modificare un pochino questa norma e di approvare una nuova legge che conferma il divieto assoluto di abortire, ma che cambia un po’ le regole del gioco perché afferma che «è punita la distruzione intenzionale della vita umana non ancora nata dopo che sia stata impiantata nell’utero». Non è cosa di poco conto: con questa norma si legittima la pillola del giorno dopo, l’inserimento delle spirali e la ricerca sugli embrioni in vitro, tutte cose che il Magistero romano respinge con fierezza e con determinazione. Ebbene, si va al referendum, si chiariscono gli schieramenti, e guarda un po’ chi ritroviamo tra i favorevoli a questa nuova norma: l’episcopato cattolico irlandese, tutti i 26 vescovi titolari e i 9 vescovi ausiliari. Follia? Disobbedienza? Ebbene, qualcuno insinua che la promessa del governo di risarcire le centinaia di vittime di abusi sessuali compiuti sui bambini da membri del clero tra gli anni cinquanta e settanta abbia avuto un qualche peso. Allora, chi sono io per giudicare le intenzioni? Però concedetemi di essere perplesso (e anche un po’ deluso).Passiamo al problema dell’eugenetica. Qui dobbiamo chiedere scusa ai genetisti che ci dicono che eugenetica significa semplicemente buona genetica, e la buona genetica l’approvava persino Pio XII.Sempre chiedendo scusa ai genetisti, provo a definire meglio questo termine: immagino che nelle intenzioni significhi semplicemente genetica positiva migliorativa, il che significa volontà di ottenere qualcosa di migliore di quello che la natura ci offre. Ho qualche obiezione. Oggi la genetica non è in grado di fare alcunché di positivo, come costruire bambini più intelligenti e più coraggiosi, ma si limita a evitare che nascano bambini destinati a una vita di sola sofferenza o portatori di patologie che proporrebbero ai genitori e al resto dei famigliari sacrifici e problemi insopportabili, sulla base del principio che l'umanità non è in grado di accettare tutto quello che la natura impone. So, per aver convissuto con questi problemi per tutta la vita, che le coppie che vengono messe di fronte a queste possibili scelte passano attraverso a un vero inferno e credo che nei loro confronti l’unico sentimento moralmente accettabile sia quello della compassione. Mi sembra che da questa Chiesa, oggi, ci arrivino molte cose - verità, dogmi, anche pietà, se proprio volete - ma nessuna compassione e questo non delude solo me, delude anche i molti cattolici che ritengono giusto vivere la fede in modo del tutto diverso. Tutte le volte che succede qualcosa del genere, il genere di cose che sono fondamentalmente ascrivibili a un errore, ma che fanno scattare un interruttore nel petto dei cattolici più intransigenti, non passano dieci minuti - potete rimetterci l’orologio - che la senatrice Binetti dice che bisogna cambiare la legge 194 e il ministro della Salute afferma che bisogna meditarci sopra. Ho già detto che sarebbe come chiudere le autostrade perché un automobilista si è addormentato al volante e ha causato un incidente mortale. Errori ne abbiamo fatti tutti e continueremo a farne, è indecoroso approfittare di uno dei tanti per sputtanare una legge che ha dimostrato di funzionare perfettamente. Dal 1983 ad oggi le interruzioni volontarie di gravidanza sono diminuite di più del 45% e ciò malgrado la presenza nel paese di molte nuove cittadine che non hanno ancora le idee chiare sul controllo delle nascite. Consiglierei al ministro, non appena ha finito di meditare (attività che peraltro considero meritoria) di preoccuparsi dell’uso illecito che molte cittadine che arrivano dall'Europa dell’Est fanno delle prostaglandine, acquistate per il mal di stomaco e utilizzate come abortigeni.Concludo: sono assai poco interessato all’ira del Vaticano, non sono fatti miei; mi piacerebbe invece vedere almeno un po’ di irritazione nelle donne italiane di fronte a certe dichiarazioni. Pensateci ragazze: i diritti si acquisiscono al termine di lunghe e faticose battaglie e si perdono, per un attimo di distrazione, magari mentre state fondando un nuovo partito.

NUOVO RINASCIMENTO


FORSE CI SIAMO, QUALCOSA SI MUOVE. NON TUTTI DORMONO E ANCORA IN MOLTI SOGNANO.
LE RIVOLUZIONI IMPORTANTI, QUELLE DESTINATE A CAMBIARE LE COSE, COMINCIANO SEMPRE DAL BASSO. DALLE PERSONE. DA NOI.
CHIEDETE AI FRANCESI, AI SUDAMERICANI, AGLI INDIANI, AGLI AFRICANI. CHIEDETE A CHI NON DORME MA NON PER QUESTO SMETTE DI SOGNARE.
IL V-DAY SEGNA L’INIZIO DI QUALCOSA CHE VA AL DI LÀ.
PASSA IL MURO, COSTRUITO CON TANTA DEVOZIONE DA POLITICI & CO. VA AL DI LÀ E NON SI FERMERÀ. SUPERERÀ TUTTI, GRILLO COMPRESO.
LA MERAVIGLIA DELL’AUTODETERMINAZIONE TORNA A FARSI SENTIRE NEI CUORI DEGLI ITALIANI, NON DI TUTTI, MA DI MOLTI.
ALLARGATE LE BRACCIA E ABBRACCIATEVI, BACIATEVI E RIDETE INSIEME, CARI COMPAGNI, PERCHÈ COMINCIA UN NUOVO RINASCIMENTO.

ALE

sabato 1 settembre 2007

TIRIAMOCI UNA RIGA ( SOPRA ! )







CARI COMPAGNI, TRA UN COLPO AI LAVAVETRI ED UNO A VELTRONI, TRA IL CROLLO DEI MERCATI E LA CRISI DI ALITALIA, TRA L' ICI DEL VATICANO E LE TASSE DI VALENTINO CI RITROVIAMO ANCORA QUI CON I NOSTRI PROBLEMI SEMPRE PIÙ ALL'ITALIANA. COME LA PASTA. COSE NOSTRE. GLI ALTRI STATI NON CAPISCONO.
DI SEGUITO RIPORTO UNA LETTERA CHE CI SCRIVE GIORGIA PER PARLARCI DI UN PROBLEMA CHE CI VEDE SEMPRE PIÙ IN PRIMA LINEA.
COCA COLA ?
NO
COCAINA
SIAMO TRA I PRIMI CONSUMATORI ( GLI SPAGNOLI QUI CI BATTONO, MA PER POCO ) MA SOPRATUTTO SIAMO TRA I PRIMI SPACCIATORI.
NOI LA COCA LA FACCIAMO GIRARE.
NESSUN MORALISMO SE SIA GIUSTO O SBAGLIATO DROGARSI, MA UNA SEMPLICE RIFLESSIONE SU COME IL MERCATO CREATO DALLA COCAINA CAMBI ASPETTI, ANCHE SENSIBILI, DEL NOSTRO PIANETA, PORTANDO IMMENSE QUANTITA DI DENARO IN MANO A PERSONE DA CUI, POI, CI DOVREMO DIFENDERE.

Non esiste nulla al mondo che possa competervi. Niente in grado di raggiungere la stessa velocità di profitto. Nulla che possa garantire la stessa distribuzione immediata, lo stesso approvvigionamento continuo. Nessun prodotto, nessuna idea, nessuna merce che possa avere un mercato in perenne crescita esponenziale da oltre vent'anni, talmente vasto da permettere di accogliere senza limite nuovi investitori e agenti del commercio e della distribuzione. Niente di così desiderato e desiderabile. Nulla sulla crosta terrestre ha permesso un tale equilibrio tra domanda e offerta. La prima è in crescita perenne, la seconda in costante lievitazione: trasversale a generazioni, classi sociali, culture. Con multiformi richieste e sempre diverse esigenze di qualità e di gusto. È la cocaina il vero miracolo del capitalismo contemporaneo, in grado di superarne qualsiasi contraddizione. I rapaci la chiamano petrolio bianco. I rapaci, ovvero i gruppi mafiosi nigeriani di Lagos e Benin City divenuti interlocutori fondamentali per il traffico di coca in Europa e in America al punto tale che in Usa sono presenti con una rete criminale paragonabile soltanto, come racconta la rivista 'Foreign Policy', a quella italoamericana. Se si decidesse di parlare per immagini, la coca apparirebbe come il mantice di ogni costruzione, il vero sangue dei flussi commerciali, la linfa vitale dell'economia, la polvere leggendaria posata sulle ali di farfalla di qualsiasi grande operazione finanziaria. L'Italia è il paese dove i grandi interessi del traffico di cocaina si organizzano e si strutturano in macro-strutture che ne fanno uno snodo centrale per il traffico internazionale e per la gestione dei capitali d'investimento. L'azienda-coca è senza dubbio alcuno il business più redditizio d'Italia. La prima impresa italiana, l'azienda con maggiori rapporti internazionali. Può contare su un aumento del 20 per cento di consumatori, incrementi impensabili per qualsiasi altro prodotto. Solo con la coca i clan fatturano 60 volte quanto la Fiat e 100 volte Benetton. Calabria e Campania forniscono i più grandi mediatori mondiali nel traffico di coca, in Campania sono avvenuti i maggiori sequestri d'Europa degli ultimi anni (una tonnellata solo nel 2006) e sommando le informative dell'Antimafia calabrese e napoletana in materia di narcotraffico, si arriva a calcolare che 'ndrangheta e camorra trattano circa 600 tonnellate di coca l'anno. La strada africana, la strada spagnola, la strada bulgara, la strada olandese sono i percorsi della coca infiniti e molteplici che hanno un unico approdo da cui poi ripartire per nuove destinazioni: l'Italia. Alleanze strettissime con i cartelli ecuadoregni, colombiani, venezuelani, con Quito, Lima, Rio, Cartagena. La coca supera ogni barriera culturale e ogni distanza tra continenti. Annulla differenze, nell'immediato. Unico mercato: il mondo. Unico obiettivo: il danaro. In Europa, 'ndrangheta e camorra riescono più di ogni altra organizzazione a movimentare la cocaina. Spesso in alleanza tra loro, alleanze nuove e inedite tra gruppi a cui i media italiani tradizionalmente riservano un'attenzione marginale e cronachistica, lasciando che nel cono d'ombra generato dalla fama di Cosa Nostra continuassero a migliorare e trasformare le loro capacità di importazione e gestione della coca. I giovani affiliati della 'ndrangheta, come emerge spesso dalle inchieste dell'Antimafia calabrese, ormai non la chiamano più col suo nome arcaico e dialettale, ma Cosa Nuova. E che Cosa Nuova possa essere l'adeguata definizione per un'organizzazione sempre più trasversale e in strettissima alleanza con i cartelli napoletani e casalesi della camorra è qualcosa in più di un semplice sospetto. Tra Sud America e Sud Italia sembra esserci un unico cordone ombelicale che trasmette coca e danaro, canali noti e sicuri, come se esistessero immaginari binari aerei e gallerie marine, che legano i clan italiani ai narcos sudamericani.

IL SILENZIO È DEI COLPEVOLI


La parola e` l’archetipo dal quale in ogni religione, la creazione prende origine.
L’essere umano e` la sola specie dotata di parola, siamo gli unici dunque, in grado di comprendere la creazione.

L’unione di molteplici punti di vista, la libera comunione d’idee ed esperienze sono per me, il solo sistema che possediamo per progredire com’esseri viventi. Questa è una delle ragioni che mi portano a scrivere. Perché la scrittura a differenza delle volatili parole, permane.
Non sono uno scrittore, non possiedo, infatti, l’arte del dire per iscritto. Da sempre pero` traccio segni indelebili, per raccontarmi e raccontare. Questo mi rende un semplice, artigiano di parole.

Quello che segue non ha altro valore oltre a quello che vorrete attribuirgli. Non vi sono verità assolute, ma opinioni che vi possono offrire alternativi punti di vista. Il mio unico auspicio è che possiate riflettere, così come ho fatto io, sulle molteplici cose che la vita mi ha portato a conoscere.