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giovedì 27 marzo 2008

IO VADO A VOMITARE...


CARI COMPAGNI DI STATO, DI SEGUITO PUBBLICO UN COMMENTO DI UN ANONIMO LASCIATO AL POST " IL VOTO BIANCO " E CONCLUDO CON DUE RIGHE CHE PARLANO DEI RIMBORSI ELETTORALI AI PARTITI.


ITALIA: ECCO PERCHE SI VOTA IL 13 DI APRILE

Scandaloso e vergognoso è veramente dire poco!!! La scelta della datadel 13 aprile, per il voto in alternativa a quella del 6 di aprile può apparire casuale ma non lo è affatto: votando il 6 aprile, infatti, i parlamentari alla prima legislatura non rieletti non avrebbero maturato la pensione, votando invece come stabilito dal Consiglio dei Ministri il 13 aprile, ovvero una settimana dopo, acquisiranno la pensione.

''E poi parlano di voler fare l'election day per ridurre icosti della politica - ironizzano- Ben altri saranno i costi di queste pensioni, non solo in meri termini quantitativi, ma anche per il messaggio dato al Paese, perchè questo è il tipico esempio di come fatta la legge viene subito trovatol'inganno''.

MORALE DELLA FAVOLA 300.000.000 (sì avete letto bene:TRECENTOMILIONI, chiaramente di EURO) DI COSTI PER QUESTA GENTACCIA CHE DOPO POCHISSIMI MESI SENZA FAR NULLA HA GIA' LA PENSIONE ED E' DI PLATINO (ALLA FACCIA DEI PENSIONATI CHE DOPO UNA VITA DI LAVORO PER MANGIARE RACCATTANO LA VERDURA RIMASTA A TERRA NEI MERCATI).

FATE GIRARE QUESTE INFORMAZIONI, TUTTI DEVONO SAPERE !!!I tg corrotti E PREZZOLATI NON LO DICONO, I GIORNALI NEMMENO, SOLOINTERNET PERMETTE DI CONOSCERE QUESTA SCHIFEZZA PER FAVORE DIFFONDETEQUESTO SCHIFO AFFINCHE' LA GENTE SAPPIA

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Come sapete i nostri cari politici anni fa cambiarono la legge che riguardava la i rimborsi elettorali ai partiti. Fino ad allora i partiti potevano ricevere i nostri soldi per rimborsi elettorali solo a fine legislatura, cioè ogni 5 anni. Dopo questa legge ad partitum ricevono i soldi anche nel caso di una caduta di governo e ritorno alle urne, anche se non sono passati i 5 anni.
Riflettiamo, un anno e mezzo fa si va a votare e vince Prodi e TUTTI i partiti si beccano i nostri soldi, oggi cade il governo e si torna a votare e TUTTI i partiti tornano a ricevere i nostri soldi. Tra un anno ci sarà il referendum per cambiare la legge elettorale, se cambia la legge c'è l'obbligo costituzionale di indire nuove elezioni, quindi si tornerà a votare e TUTTI i partiti torneranno a beccarsi i nostri soldi.
In sotanza TUTTI i partiti usufriranno dei rimborsi elettorali che avrebbero dovuto percepire in 15 anni in soli 3 anni. Ditemi se questa è Democrazia, e sapete quanto ci costerà ?

Di seguito vi dico quanto ci costo solo per le Europee del 2004, i conti perfavore fateli voi, io vado a vomitare…


EUROPEE 2004


Lista Pannella
rimborso elettorale: 1milione 160mila euro per 5 anni = 5 milioni e 800 mila euro
spese campagna elettorale : 6 milioni 820mila euro
deficit: 1milione e 20mila euro + 820mila euro di interessi = 1milione 840mila euro (più di 3 miliardi e 600 milioni di lire)


Forza Italia
rimborso elettorale: 10 milioni 780 mila euro per 5 anni = 53 milioni e 900 mila euro
spese campagna elettorale : 34 milioni 360 mila euro
guadagno : 19.540.000 euro (quasi 40 miliardi di lire)


Uniti nell’Ulivo
rimborso elettorale: 16 milioni di euro per 5 anni = 80 milioni di euro
spese campagna elettorale : 8 milioni 250 mila euro
guadagno : 71 milioni 750 mila euro (oltre 140 miliardi di lire)


Alleanza Nazionale
rimborso elettorale: 5 milioni 920 mila euro per 5 anni = 29 milioni 600 mila euro
spese campagna elettorale : 13 milioni e 900 mila euro
guadagno : 15 milioni e 700 mila euro (oltre 31 miliardi di lire)


Lista Di Pietro
rimborso elettorale: 1 milione 102 mila euro per 5 anni = 5 milioni 510 mila euro
spese campagna elettorale : 3 milioni 195 mila euro
guadagno : 2 milioni 325 mila euro (4 miliardi e 600 milioni di lire)


VELTRONI DOVE CAZZO SEI ???

"Allora noi ci muoviamo. Però con riservatezza, come merita lui, con molta pacatezza, capisci (altrimenti) gli facciamo danno",


COMPAGNI, SI AVVICINA IL TEMPO DI DECIDERE, IO CONTINUO A CREDERE CHE OGGI SFORTUNATAMENTE L'UNICO VERO GESTO DEMOCRATICO SIA QUELLO DI NON ANDARE A VOTARE PER QUESTO SISTEMA MALATO. L'UNICO VERO MODO CHE ABBIAMO PER DARE UN SEGNALE "REALE".

OGGI PERÒ CONTINUIAMO A PARLARE DI MAFIA, IN QUANTO SEMPRE PIÙ SPESSO NEL NOSTRO PAESE LA MAFIA È IL VERO VOLTO DELLA POLITICA, ANCHE SE NASCOSTO, MASCHERATO, OCCULTO.


ALLA FINE SEGNALO UN LINK PER UN ARTICOLO DI SAVIANO.


A Crotone sta scoppiando la guerra di mafia. Da tre giorni una bambina di quattro anni, incolpevole nipote di un capobastone, è in coma. È stata colpita dai proiettili che hanno ucciso suo padre, Luca Megna, e ferito sua madre. Poche ore fa, un nuovo agguato: questa volta a cadere è stato un ragazzo di 27 anni sposato con una donna imparentata con un clan rivale a quello dei Megna. Ora si attendono altri morti.
E lo si fa in silenzio, perché la politica tace.
Del resto tra i candidati ve ne sono molti amici e parenti di boss. In Calabria il Pdl, per esempio, ha presentato al senato Franco Iona, cugino primo di Guirino Iona, arrestato qualche mese fa dopo molti anni di latitanza. Alla camera, invece, c'è Gaetano Rao, nipote di Peppino Pesce, celebre pezzo da novanta dell'omonima potentissima cosca di Rosarno. In Sicilia, se è possibile, la situazione è ancora peggiore. E coinvolge pure il Pd che in lista si ritrova l'ex vicepresidente della commissione antimafia Peppe Lumia e il suo storico avversario Mirello Crisafuli, filmato e intercettato mentre discuteva di appalti e di favori con il boss di Enna, Raffaele Bevilacqua, più un ex sindaco di un comune messinese sciolto a causa delle infiltrazioni della criminalità organizzata. Parlare è insomma per tutti rischioso.
E intanto nel sud si continua a morire.
Sì perché mentre Confindustria espelle non solo i collusi, ma persino chi paga il pizzo (persone cioè che codice alla mano non commettono un reato, ma lo subiscono), Udc, Pdl, e, in misura minore, il Pd, di fronte al rischio mafia chiudono gli occhi. Nelle tre regioni del sud, Sicilia, Calabria e Campania, quello della criminalità è infatti un voto organizzato, al pari di quello delle associazioni dei precari (voti in cambio dei rinnovi dei contratti pubblici) o del volontariato (voti contro finanziamenti). Quanto pesi dipende dalle zone. In alcuni comuni della Calabria, ha spiegato il pm Nicola Gratteri, sposta fino al 20 per cento dei consensi. Numeri analoghi li fornisce a Napoli il sociologo Amato Lamberti che parla di una "joint venture criminale tra camorristi, imprenditori spregiudicati e e politici affaristi, in grado di orientare su tutta la regione il 10 per cento dell'elettorato". Mentre a Palermo, il vicepresidente della commissione antimafia Beppe Lumia (Pd), spiega: "I voti che Cosa nostra controlla sono circa 150mila. Sono una sorta di utilità marginale che, indipendentemente dai sistemi elettorali, serve per raggiungere gli obiettivi: o la quota dell'8 per cento al Senato, o la vittoria complessiva in caso di testa a testa. Solo alla fine della campagna elettorale, comunque, chi opera sul territorio può rendersi conto delle scelte delle cosche. È a quel punto che i mafiosi lanciano segnali: sanno di essere forti e lo fanno pesare". Già, i segnali, ma quali? I colloqui intercettati durante le ultime consultazioni narrano che Cosa nostra, quando si vede richiedere il voto, sceglie spesso la linea dell'understatement. "Allora noi ci muoviamo. Però con riservatezza, come merita lui, con molta pacatezza, capisci (altrimenti) gli facciamo danno", dicevano nel 2001 i mafiosi di Trabia a chi domandava loro un appoggio per la candidatura di Nino Mormino, l'ex vice-presidente della commissione Giustizia della Camera, oggi lasciato in panchina dal Pdl.
Non deve stupire: la mafia, anzi le mafie, sono ormai laiche, non sono a prescindere di destra o di sinistra, e prima della chiamata alle urne fanno dei sondaggi. Come ha raccontato il pentito Nino Giuffrè l'organizzazione ha uomini ovunque in grado di percepire gli umori dell'elettorato. Poi, quando diventa chiaro chi può vincere, stringe accordi con chi è disponibile al dialogo. O imponendo candidature, o offrendo voti in cambio di soldi, appalti o favori. Anche per questo, e non solo per distrazione, nelle liste oggi c'è finito di tutto. In Sicilia, per esempio, presentare Cuffaro, condannato in primo grado a 5 anni per favoreggiamento, è stato come segnare una svolta. Certo, si può benissimo concordare con Pier Ferdinando Casini, il quale di fronte alle polemiche, fin qui limitate al nome di Cuffaro, ripete "non è giusto che le liste le faccia la magistratura". Resta però il fatto che il numero di suoi candidati risultati in rapporti con uomini di Cosa nostra, o coinvolti a vario titolo in indagini per mafia, è altissimo. Troppi per ritenere che le accuse lanciate dai pentiti, secondo i quali il voto per il partito di Cuffaro negli ultimi anni sarebbe stato compatto, siano del tutto campate in aria. In questa situazione, con la magistratura che non può intervenire perché per arrivare al processo ci vuole (giustamente) la prova dell'accordo con i mafiosi, a denunciare e bonificare ci dovrebbe pensare la politica.
Insomma, meglio non discutere di mafia. Un po' come fa il Pd messo in imbarazzo dalle proteste di Beppe Grillo e della Confindustria, quando con un colpo di mano aveva tentato di escludere dalle liste Beppe Lumia. Dietro a quella scelta non è difficile vedere l'ombra del grande avversario di Lumia, il dalemiano Mirello Crisafulli, filmato mentre discuteva, dopo averlo baciato, di appalti e favori con i boss di Enna, Raffaele Bevilacqua. Da quando nel 2007 Lumia, condannato a morte da Cosa nostra, aveva definito la sua candidatura inopportuna, Crisafulli, grande amico di Cuffaro, non lo salutava più. Poi in lista c'era finito solo Crisafulli e Lumia era stato recuperato come numero uno al Senato solo quando era diventato chiaro che stava per passare con Di Pietro. In compenso tra gli aspiranti deputati del Pd è comparso Bartolo Cipriano, ex sindaco e poi consigliere del comune messinese di Terme Vigliatore, sciolto per mafia nel 2005. Meglio vanno le cose in Calabria, dove le liste di Veltroni, capeggiate dall'ex prefetto De Sena sono in buona parte pulite (al contrario di quanto era accaduto con le regionali quando la 'ndrangheta votò per il centrosinistra). Tra i democratici suscita qualche perplessità principalmente il nome di Maria Grazia Laganà, la vedova di Francesco Fortugno, il vice-presidente della regione ucciso dai clan, sotto inchiesta per truffa ai danni dello Stato nell'ambito delle indagini sulle infiltrazioni mafiose alla Asl di Locri. Qui, come in Campania, la battaglia con il centrodestra si profila in ogni caso all'ultimo voto. '. Insomma, c'è da stare tranquilli. Comunque finiranno le cose il 13 aprile avremo un Parlamento specchio del paese. Peccato solo che a essere riflessa, almeno nel sud, sarà anche la parte peggiore.


lunedì 10 marzo 2008

IL VOTO BIANCO


La rivoluzione spesso sbocca in movimenti di disobbedienza, in quanto per chi non crede in soluzioni violente, molto spesso l’unica strada viabile rimane appunto la disobbedienza civile.
Per questo credo che meriti la pena, una breve riflessione sul perchè potrebbe essere la strada più etica e legalitaria la non partecipazione alle prossime elezioni.
In Italia esiste l’obbligo al voto, e se qualcuno chiede la motivazione di questo “obbligo” ci viene spiegato che in un passato ( non tanto lontano ) molte persone “oneste” hanno lottato e si sono sacrificate per appunto dare a noi questo meraviglioso diritto, tramutato quindi anche in dovere propio per “rispetto” ai sacrifici di cui sopra.
Ora la mia domanda è questa. Se il sistema è truccato e non prevede più quelle garanzie per cui tante persone oneste in quel non lontano passato si sono sacrificate, acettarlo così, con l’unica giustificazione che “votare bisogna votare” non significa forse ucciderne l’anima stessa, stravolgerne il significato, ma ancor peggio, legittimare tramite il proprio voto questo sistema corrotto e anticostituzionale ?
Io penso, che il vero “nobile” gesto, sarebbe appunto quello del voto bianco. Quello di chiamarsi fuori da questa farsa che è diventata il sistema politico Italiano. Come sempre ci vuole coraggio e responsabilità, non si tratta della scelta più comoda, ne di qualunquismo, ne di disfattismo, ne tanto meno di Anti politica. Tutto il contrario. Si tratta di rivoluzione tramite la disobbedienza. Si tratta di mandare un messaggio chiaro, non a una parte politica, ma a tutta l’attuale politica Italiana.

Loro hanno truccato le carte, creando un sistema bipolaristico dove non importa chi vince in quanto i programmi sono praticamente identici e quindi non rispecchiano le reali esigenze della popolazione.

Loro hanno creato e votato una legge ANTI COSTITUZIONALE che non ci permette di scegliere chi ci rappresenterà.

Se andiamo a votare ( indipendentemente da chi votiamo ) legittimiamo questo sistema e facendo il loro gioco gli diamo la possibilità di continuare a giocare con le carte truccate.

Il problema in questo caso è che cosi facendo diventiamo loro complici e ci facciamo artefici del destino che poi ci toccherà vivere.

Vi lascio con alcune righe di Daniele Silvestri augurandovi che il pensiero critico vi accompagni sempre.

Gli amori io non li conosco bene

però ne ho visti tanti

tutti orribili alla finema

all'inizio entusiasmanti


E le passioni le conosco bene

che ancora porto i segni

per l'abitudine sciocca che ho

di credere ai sogni


E' tutto inutile

E' un gioco inutile

E' sempre inutile

Puoi solo perdere

Cambiano le regole non serve a niente vincere


E' tutto inutile

E' tutto inutile

e non serve a niente vincere

martedì 4 marzo 2008

IN MEMORIAM


La morte di un amico, non è mai piacevole, ma lo è ancor meno, se ha 29 anni, se è sposato da un anno, se sua moglie aspetta il primo figlio, che sarà una magnifica bambina, che avrá i suoi occhi ma nei suoi occhi non si potrà mai specchiare. Le rimarranno alcune foto, le più belle, quelle che mamma ha scelto per mostrarle suo padre, nel migliore dei modi e nell’unico modo che le rimane, attraverso il ricordo.
Non so come ti chiamerà la mamma, ma credo che sarai Vittoria, come voleva il tuo babbo. E a te Vittoria scrivo questa lettera che sarà già vecchia e dimenticata quando comincerai a leggere le prime lettere all’asilo.
Ma te la scrivo lo stesso, per un motivo molto semplice e altrettanto profondo;
Io ci volevo bene al tuo babbo.
Abbiamo lavorato assieme anche se a 2500 km di distanza per un anno, parlandoci, 2,3,4,5 volte al giorno. La simpatia e la stima tra noi sono state immediate, cosa rara in questo lavoro. Poi finalmente un mese fa ci siamo conosciuti, propio li, nella tua Messina, nella tua città.
Città che il tuo babbo amava, e tanto, ma tanto che bastava guardarlo negli occhi, in quegli occhi che adesso sono i tuoi, quando parlava della sua Messina, per capire, che la sua terra e il suo mare lui ce li aveva piantati nel cuore.
Dicono che tendiamo ad amare di più propio ciò che ci fa soffrire. Forse per questo tuo Padre amava tanto la sua città.
Per questo credo che volesse chiamarti Vittoria, perchè questo significavi per lui.
Eri la sua Vittoria, su una vita impossibile, dove non conoscere le persone giuste o non possedere il giusto cognome, è già di per se sinonimo di fallimento, di sacrifici, di battaglie giornaliere per la sopravvivenza.
Tuo padre questo lo sapeva e ci conviveva dalla nascita. Ma non si era arreso, anzi. Aveva fatto di queste difficoltà la sua palestra, e di te piccola Vittoria la sua Fede nella speranza per il Futuro. Il tuo Futuro.
Piccola Vittoria, tuo padre non ti potrà più stringere, ne consolare, ne farti ridere a crepapelle e non potrà farlo, perchè era Italiano e ancor di più perchè Siciliano.
Tuo padre è stato ucciso. Questà è la realtà, l’unica possibile nella tua terra, se non sei “uno di loro” o se davanti a “loro” non ti sei inginocchiato. Non ti sei arreso.
Ho provato e sto provando a capire a raccogliere informazioni Vittoria, ma a parte le capacità quello che mi manca è il coraggio. Quello che servirebbe per fare le domande alle persone giuste e poi fare conoscere le risposte. Quello che serve quando sai che facendoti notare entrerai nel loro mirino.
Ho una moglie e una famiglia, e mi chiedo, vale la pena metterli a richio solo per sapere ? Solo per rispetto e giustizia nei confronti di tuo Padre ?
Questo non è un film, non è “la piovra” ma è la vita quotidiana. Dove il sangue è quello vero, quello delle persone che amiamo di più.
Non so perchè tuo padre sia stato ucciso Vittoria, ma so che nella nostra mentalità ipocrita e malata, il solo fatto che sia stato ucciso dalla parola che inizia per M, anche il solo pensarlo, lo colloca già all’interno di quella realtà, lo rende già un poco di buono.
Questo è quello che mi fa più male.
Il fatto che quando tuo padre è morto la sua lapide era già scritta. Il suo posto già inserito nel contesto. La sua vita già marchiata da quella scomoda M.
Questo è quello che credo non avrebbe mai potuto acettare tuo padre. Non dopo i sacrifici, i salti mortali, i dubbi, le paure che aveva passato e subito per mantenersi “pulito”, perchè sapeva che per dare una possibilità alla tua vita, per dargli un senso, un significato, un valore, lui non si sarebbe mai dovuto sporcare le mani. Perchè quelle stesse mani un domani, lui sapeva, ti avrebbero abracciato, acarezzato, trattenuto e sospinto, ma sopratutto protetto. Per questo le sue mani dovevano rimanere pulite, limpide, immacolate.
Per questo credo che chi lo ha ucciso, mirasse ad altro.
Forse tuo padre aveva visto qualcosa che non doveva. Passando dal posto sbagliato al momento sbagliato. Nel resto di Italia, questo significa al massimo un paio di schiaffi o di parolacce o addirittura una semplice denuncia. Nella tua terra, in questa nostra Italia, invece, troppo spesso ha significato e significa, solo una cosa. Morte.
Oppure, ed io credo sia cosi, tuo padre era un messaggio. Carta da lettere timbrata a fuoco e spedita col sangue. Il suo sangue. Dovevano mandare un messaggio a qualcuno a lui vicino, qualcuno con cui era in rapporti di lavoro. O forse è stata la fatale congiunzione di queste due possibilità.
Non lo so e non ho le prove.
Una cosa la so però, seguirò da vicino le indagini. Ma non mi aspetto molto. I giornali della tua città hanno solo accennatto il fatto, poche righe, troppo poche per 29 anni di vita vissuta in quelle realtà. Troppe poche per te e tua Madre.
Per questo ti scrivo Vittoria, anche se non mi leggerai mai. Per provare, aspettando il coraggio per fare di più, almeno a riequilibrare la bilancia di quello che non è stato scritto su tuo Padre. Per rivendicare la sua vita ONESTA, per far si che almeno l’esempio lasciatoci da quel lottatore che era tuo Padre Giancarlo, ci continui ad accompagnare ed a insegnare che vita e morte non sono uguali nella nostra Terra. E che proprio per questo certe vite, certi modi di viverle, valgono di più, molto di più.

Ciao Vittoria un bacio e abbraccio forte come la vita.

Ciao Gianc. Hasta pronto.

IL SILENZIO È DEI COLPEVOLI


La parola e` l’archetipo dal quale in ogni religione, la creazione prende origine.
L’essere umano e` la sola specie dotata di parola, siamo gli unici dunque, in grado di comprendere la creazione.

L’unione di molteplici punti di vista, la libera comunione d’idee ed esperienze sono per me, il solo sistema che possediamo per progredire com’esseri viventi. Questa è una delle ragioni che mi portano a scrivere. Perché la scrittura a differenza delle volatili parole, permane.
Non sono uno scrittore, non possiedo, infatti, l’arte del dire per iscritto. Da sempre pero` traccio segni indelebili, per raccontarmi e raccontare. Questo mi rende un semplice, artigiano di parole.

Quello che segue non ha altro valore oltre a quello che vorrete attribuirgli. Non vi sono verità assolute, ma opinioni che vi possono offrire alternativi punti di vista. Il mio unico auspicio è che possiate riflettere, così come ho fatto io, sulle molteplici cose che la vita mi ha portato a conoscere.