Scrive Igor Fiatti, collaboratore dell’Associated Press: «Camp Bondsteel, la più grande base americana costruita all’estero dai tempi del Vietnam, è quasi stata completata nella provincia jugoslava del Kosovo. È localizzata vicino a oleodotti e corridoi energetici di vitale importanza, al momento ancora in costruzione, come ad esempio l’oleodotto transbalcanico, sponsorizzato dagli Stati Uniti. Grazie al coinvolgimento nella costruzione della base alcune società appaltatrici del ministero della Difesa, come ad esempio la «Brown and Root Services» (Società affiliata della compagnia petrolifera «Halliburton Oil»), stanno guadagnando una fortuna. «Secondo Alvaro Gil Robles, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Camp Bondsteel sarebbe anche stato utilizzato come «sito nero» della Cia per le così dette extraordinary renditions, esportazione di pratiche di tortura nei confronti di presunti terroristi.Forse più grave del fatto in sé, che può essere variamente valutato, è il silenzio che lo circonda, in tutto l’Occidente (le fonti di Fiatti sono una rivista specializzata per ingegneri americani e due articoli di Le Monde, pubblicati il 25 e 26 novembre 2005) ma soprattutto in Italia, che non consente un dibattito informato sui destini di quella parte dell’ex Jugoslavia che a suo tempo provocò un intervento militare della Nato e che nelle prossime settimane potrebbe determinare un’ennesima crisi internazionale.Se l’esistenza di un’importante base militare americana, strategicamente collocata, spiega l’insistenza di Washington su un’indipendenza più o meno incondizionata (su ciò ancora si negozia) del Kosovo, è altrettanto rilevante sottolineare come quello Stato in fieri, malgrado la presenza di un contingente militare della Nato (2000 soldati sono italiani, con un ulteriore battaglione in preparazione come rivelato da l’Unità, 23 novembre) sia in balia della criminalizzata, della droga e del nazionalismo più estremo. Dopo la sua morte e quanto di partecipazione democratica aveva costruito Ibrahim Rugova, resta partito di maggioranza relativa quello di Hashimi Thaci, a suo tempo leader dell’Uck, incoronato freedom fighter da Madeline Albright, con rapporti con la perdurante violenza nei confronti della minoranza serba che sarebbe generoso definire ambigui.Che fare, alla vigilia delle decisioni (o delle non decisioni, perché la Russia sembra decisa ad esercitare il proprio diritto di veto nei confronti di ogni ipotesi di indipendenza) del Consiglio di sicurezza dell’Onu? Innanzitutto occorre mettere sul tavolo della diplomazia e dell’opinione pubblica tutto ciò che è stato trascurato o volutamente occultata: gli interessi strategici americani (ma sono soltanto americani), la violenza nei confronti della minoranza serba, la natura criminosa della situazione di fatto attuale. In tal modo si può rendere più difficile una dichiarazione unilaterale di indipendenza, magari suffragata da un riconoscimento da parte di Washington e di alcune capitali di un’Europa ancora divisa. Poi occorrerà ridiscutere il "piano Ahtisaari", magari rafforzato nelle sue garanzie nei confronti della minoranza serba, come del resto sta avvenendo in questi giorni. È particolarmente importante che Londra, sotto la nuova leadership di Gordon Brown, cessi di agire come la mosca cocchiera dell’alleato americano e si renda disponibile a una mediazione europea, anche nei confronti di Belgrado. Perché di territorio europeo si tratta ed è l’Unione Europea soltanto a disporre delle carote necessarie per placare gli animi nei Balcani (ammissione nell’Ue e conseguente sviluppo economico).
giovedì 29 novembre 2007
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IL SILENZIO È DEI COLPEVOLI
La parola e` l’archetipo dal quale in ogni religione, la creazione prende origine.
L’essere umano e` la sola specie dotata di parola, siamo gli unici dunque, in grado di comprendere la creazione.
L’unione di molteplici punti di vista, la libera comunione d’idee ed esperienze sono per me, il solo sistema che possediamo per progredire com’esseri viventi. Questa è una delle ragioni che mi portano a scrivere. Perché la scrittura a differenza delle volatili parole, permane.
Non sono uno scrittore, non possiedo, infatti, l’arte del dire per iscritto. Da sempre pero` traccio segni indelebili, per raccontarmi e raccontare. Questo mi rende un semplice, artigiano di parole.
Quello che segue non ha altro valore oltre a quello che vorrete attribuirgli. Non vi sono verità assolute, ma opinioni che vi possono offrire alternativi punti di vista. Il mio unico auspicio è che possiate riflettere, così come ho fatto io, sulle molteplici cose che la vita mi ha portato a conoscere.
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