CARI COMPAGNI, ANCORA RATTRISTATO PER LA MORTE DI ENZO BIAGI, MI ACCINGO A SCRIVERE QUESTE POCHE RIGHE.
PRENDETELE PER CIÒ CHE SONO...
PRENDETELE PER CIÒ CHE SONO...
Siamo sicuri, che durante il cammino non si sia persa di vista la strada ed ora i nostri passi ci stiano spingendo nel vuoto ?
Sono certo che così è stato, almeno per me. La vita me lo ricorda costantemente, non c’è terreno sotto i miei piedi, non c’è certezza, solo il vuoto.
Occhi ben aperti e fiatone. Breve descrizione dei miei ultimi anni. Non ho mai smesso di osservare, per capire, e di camminare, per proseguire.
Non fermarti mai uomo, mai almeno fino a quando la certezza del tuo essere fughi ogni dubbio, almeno fino a quando la tua forza non sia diventata quella del mondo ed il tuo coraggio quello degli uomini.
Perchè fermarsi, in questa vita e in questi anni, equivale ad affrontare la sfinge che assopita vigila la nostra anima. Fissarla, se non si è pronti, porta ad un solo risultato. La pietra.
Immobile statua a memoria di una vita persa nel convulso mare che è la ricerca di se stessi.
Per questo non mi fermo, non ancora, per questo esercito il mio sguardo, rafforzandolo nell’esperienza, perchè già intravedo all’orrizzonte la Sfinge che mi aspetta e con lei attendono le sue domande, a cui per forza. in quel giorno, dovrò saper rispondere.
Non mi aspetto di vincere senza combattere. Mi aspetto, invece, di dover combattere senza saper di vincere. Questa è la sfida insita nell’umana natura. Avere il coraggio di affrontare le tue paure senza la certezza del risultato.
Ma mi chiedo, come si può scappare ? senza finire per fuggire da se stessi.
Come si può non combattere ? senza trasformarsi in mute statue.
Come si può evitare il nostro destino ? e continuare a chiamarsi uomini.
E nel bene e nel male, con tutti i miei ( tanti ) difetti ed i miei ( pochissimi ) pregi, Io sono e voglio continuare ad essere, un Uomo
Ale.
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