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giovedì 4 giugno 2009

LE 3 FACCE DELLA VERITÀ


A volte l'uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi, si rialza e continua per la sua strada (W.Churchill)


Con questo aforisma ( senza saperlo ) Churchill ha definito il popolo Italiano. Cioè Noi.
Non conosco, lo dico senza ipocrisia, altro popolo che si dedichi così tanto all'arte di auto-ingannarsi. Borgia Vacca !! Siamo un popolo che ( nella maggior parte dei casi ) odia la verità. Non ho tempo per scrivere una precisa tesi Antropologica di questo fatto, ma ho una idea che credo vi si avvicini molto.
L'italiano ama discutere ( narcisimo ), ma ancor di più ama aver ragione ( egocentrismo ). Questo negli anni ci ha stravolto culturalmente. Tanto che ora se mettiamo due persone che a priori la pensano uguale su un argomento, nella stessa stanza a discuterne, finisce che dopo 10 minuti si stanno scannando su due posizioni opposte.
Per questo odiamo la verità, perchè esclude di per se la discussione. Essendo la verità non si può confutare, non si può discutere.
Quindi tendiamo ad ignorare quante più verità possiamo, per poter tenerci aperte più discussioni possibili.
(Pensate solo a come siano viste oggi in Italia categorie intere, per esempio i magistrati, la polizia ma anche comici e giornalisti: tutti i mestieri in generale che hanno a che fare con la verità, giudiziaria o sociale.)
Questa frenesia da discussione, ci ha portato ad inasprire sempre di più il concetto che abbiamo di avversario.
Lo abbiamo talmente tanto idealizzato e incastrato dentro a trite ideologie, che per noi non è più solo un avversario ( da ascoltare e rispettare ) ma diventa il NEMICO ( da ditruggere e umiliare ).
Per questo quando uno straniero ci osserva discutere, non capisce. Noi ci urliamo adosso, non parliamo. Per noi è più importante coprire l'avversario/nemico col suono della nostra voce col solo fine di zittirlo, piuttosto che comprendere cosa ci vuole dire e perchè.
Per questo credo da vari anni abbiamo smesso di avanzare culturalmente. Non ne abbiamo più gli strumenti, avendo eliminato il dialogo, il condividere, il rendere partecipe.
Siamo chiusi nelle nostre gabbie di narcisismo ed egocentrismo ed urliamo come gorilla a chiunque osi avvicinarsi.
L'unica cosa su cui quasi tutti ci troviamo d'accordo senza bisogno di discuterne sono i soldi ( e le donne, ma vale solo per noi maschietti ormonizzati ).
Ed anche in questo abbiamo accuratamente evitato di vedere la verità. Siamo cambiati.
Gli ultimi vent’anni hanno partorito un paese di cartamoneta, che vince soldi, sogna soldi, parla solo di soldi ed è stato pornograficamente eccitato a cavarsi sfizi e bisogni irrisori che i soldi comprano. Tutto il resto è come se non fosse mai esistito o non rivestisse la minima importanza. Non la storia o la scienza. Non il mistero dell’uomo nel’universo. Non le inchieste verità sulle prepotenze delle multinazionali del consumo ai danni dei disperati ( e non solo ) della Terra. Ma fiumi di sangue da circo (quello sì) della cronaca nera del vicino di pianerottolo. Tutto l’invisibile agli occhi è stato oscurato ( la magia insita nell'anima umana ). Tutto livellato in basso. Il potere, rubato ai valori della conoscenza, della verità, dell’arte, dell'amore è stato interamente regalato ai cortigiani di questa Babele, il paese col più alto tasso di tette, tronisti, culi, cocainomani, pedofili ( mi spiace ma i preti in Italia sono molti e incidono sulla statistica), corrotti e corruttori, pirati della strada e debito pubblico d’Europa. Sembra di vivere nell’Invasione degli ultracorpi, uno strazio indicibile, molti si sono contaminati, tantissimi arresi. Altri persistono a darsi del comunista o del fascista, poi finiscono col farsi una tirata nello stesso bagno. Un patrimonio immenso di valori, di stile, di storia, di saggezza popolare, di arguzia, di irriverenza, di coraggio civile, di senso del dovere, sembra essere sprofondato nel nulla, cancellato dal nostro Dna. Come se l’ultimo italiano fosse stato Alberto Sordi. Dopo di lui, Berlusconi. E basta.Possibile?
Stiamo ancora aspettando un portatore sano di verità ? Sono secoli che da noi ne nasce uno al mese, il problema è che nel Rinascimento non li strozzavamo nella culla, ma nemmeno nell’Ottocento e nel Novecento, li abbiamo lasciati vivere fino al dopoguerra, fino a quando abbiamo ucciso Pasolini, poi basta.
Per questo l'ultima intervista di Pasolini era intitolata " Siamo tutti in pericolo ". Ma sfortunatamente era la verità.

Concludo con un invito ed una premonizione. Questo fine settimana ci saranno le elezioni europee. Vincera credo quasi ovunque l'estrema destra ( fosse destra almeno!!sigh ). Non andate a votare. Sapete la verità. Non negatela. Sottraetevi volontariamente al gioco delle parti. Noi e loro. Buoni e cattivi. Gli unici su cui mi sento di dare il mio appoggio sono Sonia Alfano e DeMagistris che si presentano come indipendenti per L'italia dei Valori. E tra i due, molto più Sonia essendo figlia di suo padre. Per gli altri, guardiamoci allo specchio e lasciamo perdere. Davvero.


Le verità che contano, i grandi principi, alla fine, restano sempre due o tre. Sono quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino (Enzo Biagi)

Un abrazo

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IL SILENZIO È DEI COLPEVOLI


La parola e` l’archetipo dal quale in ogni religione, la creazione prende origine.
L’essere umano e` la sola specie dotata di parola, siamo gli unici dunque, in grado di comprendere la creazione.

L’unione di molteplici punti di vista, la libera comunione d’idee ed esperienze sono per me, il solo sistema che possediamo per progredire com’esseri viventi. Questa è una delle ragioni che mi portano a scrivere. Perché la scrittura a differenza delle volatili parole, permane.
Non sono uno scrittore, non possiedo, infatti, l’arte del dire per iscritto. Da sempre pero` traccio segni indelebili, per raccontarmi e raccontare. Questo mi rende un semplice, artigiano di parole.

Quello che segue non ha altro valore oltre a quello che vorrete attribuirgli. Non vi sono verità assolute, ma opinioni che vi possono offrire alternativi punti di vista. Il mio unico auspicio è che possiate riflettere, così come ho fatto io, sulle molteplici cose che la vita mi ha portato a conoscere.