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sabato 12 gennaio 2008

INTERVISTE CON IL FUTURO 1


CARISSIMI COMPAGNI DA QUESTO MESE COMINCIO LA PUBBLICAZIONE DI
" INTERVISTE CON IL FUTURO " CHE POTREMO DEFINIRE COME LA RUBRICA DI APPROFONDIMENTO DEL BLOG, RUBRICA CHE HA UN DUPLICE SCOPO, UNIRE LE VOCI ED I PENSIERI DI NOI ULTIMI, CON QUELLE DI PERSONE CONSIDERATE AUTOREVOLI ( TRAVAGLIO, COLOMBO, BEHA, GOMEZ, LUTTAZZI, FO E SPERO MOLTI ALTRI ) E RIFLETTERE TUTTI INSIEME SUL NOSTRO COMUNE FUTURO.
SPERO CHE QUESTO UMILE BRAIN STORM, CI POSSA FAR RIFLETTERE SERIAMENTE SU CHI SIAMO DIVENTATI, E SOPRATUTTO SU DOVE STIAMO ANDANDO.
PERCHÈ SE È VERO CHE SIAMO COMPAGNI DI STRADA È ALTRETTANTO VERO CHE NESSUNO DI NOI HA BEN CHIARO DOVE CI STIA PORTANDO QUESTA GRANDE STRADA CHE TUTTI CHIAMIAMO VITA.

COMINCIO PUBBLICANDO L'INTERVISTA FATTA A ENRICO CESATI.

ENRICO LAUREATO IN LINGUE E COMMERCIALE DI PROFESSIONE È UN VIAGGIATORE E PENSATORE DEI PIÙ LUCIDI DA ME CONOSCIUTI, OLTRE CHE UOMO DI INFINITA SAGGEZZA E UMILTÀ.

MA LASCIAMO CHE SIA "LO ZIO" A PARLARVI.

Parto da un punto su cui, credo, la pensiamo in modo abbastanza simile: il fatto che la gente fatichi ad uscire dal proprio punto di vista. È innegabile; ci vogliono spesso eventi eclatanti per arrivare a capire cose che sono sotto agli occhi di tutti: un’intossicazione sulla prima dei giornali per trovare che ci avveleniamo quotidianamente, un cataclisma per sapere che anche l’ecosistema si lamenta già da un po’, una bomba per capire che la guerra ci uccide in modo non sempre intelligente.. e la penso come te anche sulla causa di questa difficoltà, o ,almeno, una delle possibili cause, ovvero la velocità. Non so se sia veramente “una spirale autodistruttiva” come la chiami tu, ma sicuramente la velocità a cui ci stiamo abituando, soprattutto nella frenetica competizione generale alla base della società moderna, potrebbe essere preoccupante. Il tuo blog (anzi il nostro!) offre conferme di ogni tipo. Preoccupante, però spero solo da un lato, almeno spero. Perché dall’altro, quella stessa velocità impone anche di adeguare il pensiero a lavorare più in fretta e, vorrei continuare a sperare, in modo sempre migliore. È vero che “del domani non v’è certezza” (e non ci voleva Lorenzo de’ Medici – facile con Internet per scoprire il colpevole..- o un altro super eroe per farcelo capire) ma proprio per questo non vuol dire che il domani sia peggiore per forza! Se il pensiero va più forte e ragiona meglio, allora voglio non solo sperare che il domani possa essere migliore: DEVE ESSERLO! Ogni tanto credo capiti a tutti di immaginarsi protagonisti di epoche o tempi diversi, magari più duri, ma almeno più nobili; a me, personalmente, però darebbe parecchio da fare rinunciare ai tanti privilegi che questa nostra “società malata” mi offre. Mi basta pensare al fatto di come possiamo comunicare io e te e a quanto sarebbe semplice stringersi la mano e abbracciarsi nonostante la distanza, in un paio d’ore, semplicemente volendolo. Se siamo stati in grado di costruirci certi mezzi per il nostro bene il nostro sviluppo, mi auguro sinceramente che saremo in grado di impararli a distinguere e a usarli in modo via via migliore.

Non so se sia doveroso “abbandonare il proprio punto di vista” per capire certe cose; di certo credo sia doveroso una presa di coscienza un po’ più decisa da parte di tutti. Me per primo. Perché forse nessuno potrà mai imputare a noi direttamente certi errori di oggi, però noi sapremo se avremmo fatto tutto (almeno un po’) quello che potevamo per provare a evitarli. Lamentarsi della situazione e basta non ha mai portato a niente, no? C’è tanto da cambiare e migliorare. Ecco perché ascolto con interesse tanto i Grillo, quanto i Travaglio e gli altri che hanno il coraggio di manifestare queste situazioni e di esporre con fermezza il loro punto di vista, anche diverso da quello che i media, la politica, le varie opinioni ci hanno insegnato come “corretto”. Ecco perché ascolto con tanta attenzione quello che tu hai da dire e da far sentire. Ben vengano le proposte nuove, i V-day, le mail propositive e i blog che girano in rete; ben vanga tutto ciò che può smuovere, portare a cambiamenti, tutto ciò che sia “rivoluzione della mente”, nel senso però anche di consapevolezza (sempre più matura ed estesa) della possibilità di punti di vista differenti. Per apportare un cambiamento, è necessario che un’idea o una prospettiva dapprima si distingua, poi che venga accettata.

La storia siamo noi (questa ti ricordi chi lo diceva che, io no..) e se mi chiedi perché mi interesso di queste cose che a me non “appartengano” e perché mi ostini a farle “mie” ti dico che mi appartengono tanto quanto appartengono a te o a chiunque altro e sono tanto mie quanto tue e sue. Qualcosa per migliorare la nostra storia credo sia doveroso da parte di tutti. Penso al diritto di poter girare liberamente nel mondo, (per il semplice fatto che il mondo non è di nessuno, ma di tutti) e lo vedo come uno dei più sacrosanti dei diritti dell’uomo. Di tutti gli uomini. Questo diritto però evidentemente non è uguale per tutti. Sogno irrealizzabile, piuttosto, verrebbe da dire.. Così come non voglio che il panda si estingua finché io sono al mondo, cazzo! Battute a parte (battuta solo in parte), il fatto che qualcosa accada lontano piuttosto che nel mio paese (e già nel mio paese ce ne sono parecchie), che certe minacce siano più evidenti al Polo Nord piuttosto che ai Tropici, che ancora da noi non si siano visti bambini armati di fucile compiere stragi nella tua vecchia scuola (o in quella possibile dei tuoi figli!) per di più annunciate in anteprima da You Tube, non mi rende immune e così lontano. Respiriamo tutti (più o meno) la stessa aria e i problemi che oggi sono miei, domani potrebbero essere di un altro; le cazzate nostre di oggi, saranno i problemi dei nostri figli domani.. non solo retorica.

Il “diplomatico”, il costruttore di “ponti” e pertanto collegamento, il mediatore fra “punti di vista differenti” è in effetti ruolo veramente delicato: fanno fatica addirittura i politici (di professione, non so se mi spiego..). Personalmente non mi ritengo un grande “architetto”. Piuttosto, preferirei avere io le idee tanto chiare e convinte da “lottare” in modo più attivo e “cattivo” ai cambiamenti che dobbiamo apportare e che stiamo già apportando. Purtroppo, però, non credo nemmeno di essere quel impavido guerriero. Se poi si aggiunge tanta confusione al tutto, allora capisci perché spesso mi limito ad ascoltare chi ha qualcosa in più da dire. Con rispetto, però. Non so ancora chi sia il meno peggio fra Prodi e Berlusconi, non so quale sarà il sistema alternativo al capitalismo americano e al socialismo sovietico; non so neanche cosa farò dopodomani, ma so che ai miei figli insegnerò il rispetto. Per le persone e per le idee, anche quando diverse perché il rispetto per l’altro dovrebbe essere il semplice fondamento di ogni civiltà, non solo di ogni religione. Ti ascolto Alle e con piacere e tantissimo rispetto. Così come ascolto anche altri che la pensano in modo diverso. Riuscire, poi, a vedervi bere insieme allo stesso bar (con me!) è la mia gioia più grande.

Spero che possa andare la prima, di interviste intendo. E di non aver deluso troppo le aspettative del “giornalista d’assalto”, specie per il grande sforzo che deve aver fatto per pensare a come stuzzicare la mia voglia di spiegare certe cose tramite una metafora calcistica: un vero maestro..

A proposito, vuoi sapere perché una squadra che perde anche 10 a 0 continua a correre e lottare e farsi male? Sai però che sono interista.... Quello che ti posso dire, in modo SEMISERIO, da romantico di questo sport è che la forza di una squadra si fonda su tante componenti, ma ho sempre pensato che una, in particolare, sia la chiave del successo: più che il modulo o le qualità tecniche credo sia spesso il carattere dei singoli a fare la differenza. In campo sai di avere 90 minuti per raggiungere la vittoria, il tuo obiettivo; e il solo mezzo che hai per raggiungerla è segnare. Il goal: motivo per cui ti alleni, fai sacrifici, sputi la domenica. Anche sotto di 10 tu puoi segnare e sfruttare ancora l’occasione per dimostrare il tuo coraggio, il tuo orgoglio, la tua forza. Dimostrare che ancori ci sei, sei vivo, ci credi; perché va bene cadere, ma con la possibilità di alzarsi subito. Per te; per la squadra. Quella palla riuscirai a insaccarla dentro la rete, almeno una volta, se continui a lottare, o almeno ci proverai con tutto te stesso, fino alla fine. Perché la cosa peggiore sarebbe aver il rimpianto di non averci provato.

Accettalo: se dovessi qualche volta veramente pensare di avere già perso e ti venisse voglia di “arrenderti alla pillola dell’oblio e della sconfitta”, pensa che la partita, anche se sembra persa in partenza, è proprio appena incominciata e il tempo per rimediare c’è; magari per cambiarla del tutto no, ma di aggiustarla almeno un pochino sì! Hasta la victoria!

Almeno fino al triplice fischio.

Lo zio Enry.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

lo commento io lo ZIO ENRY!!!! :))
un saggio, l'esempio calcistico spacca

ciao

Anonimo ha detto...

mi piace l'idea di "interviste con il futuro"
continuate così

GIO

Anonimo ha detto...

COMPLIMENTI all'intervistatore (dove sono le domande ?) e all'intervistato. Hasta la victoria

Anonimo ha detto...

MANCANO PERSONE COSI QUESTO IL VERO PROBLEMA

IL SILENZIO È DEI COLPEVOLI


La parola e` l’archetipo dal quale in ogni religione, la creazione prende origine.
L’essere umano e` la sola specie dotata di parola, siamo gli unici dunque, in grado di comprendere la creazione.

L’unione di molteplici punti di vista, la libera comunione d’idee ed esperienze sono per me, il solo sistema che possediamo per progredire com’esseri viventi. Questa è una delle ragioni che mi portano a scrivere. Perché la scrittura a differenza delle volatili parole, permane.
Non sono uno scrittore, non possiedo, infatti, l’arte del dire per iscritto. Da sempre pero` traccio segni indelebili, per raccontarmi e raccontare. Questo mi rende un semplice, artigiano di parole.

Quello che segue non ha altro valore oltre a quello che vorrete attribuirgli. Non vi sono verità assolute, ma opinioni che vi possono offrire alternativi punti di vista. Il mio unico auspicio è che possiate riflettere, così come ho fatto io, sulle molteplici cose che la vita mi ha portato a conoscere.