Una volta.
Una volta avevamo un lavoro, una casa, una famiglia, un’amante. Avevamo una macchina, una tele, un telefono, un bagno. Tutto era singolare. Esaltava questa comunione con il singolo. Ci riconoscevamo nei nostri oggeti. Erano parte di noi. Estensioni del nostro corpo. Imparavamo a conoscerli, a rispettarli. Ci affezionavamo anche. E lo stesso erano i valori. Unici. Singolari, indivisibili. Un dio, una patria, una famiglia. Esistevano grazie a tutte queste singolarità, linee di demarcazione. Si sapeva come muoversi. Cosa giusto e cosa sbagliato. Cosa indispensabile e cosa superfluo. Vi era chiarezza. Si poteva ancora distinguere uno scopo e affidarvicisi.
Non sono certo che una volta si vivesse meglio, ma sono sicuro che vi era meno caos, confusione, contraddizioni.
Oggi siamo persi all’interno della molteplicità, che non è sbagliata a priori, semplicemente siamo i primi a viverla a questi livelli. Nessuno ci ha insegnato. Nessuno ci ha spiegato come gestirla. Improvvisiamo, e credo che i più ( io sono fra questi ) si sentano persi e quasi indifesi difronte a questa molteplicità.
Oggi abbiamo, 2,3,4 telefoni, che cambiano in continuazione, cosi come cambiano le macchine e gli elettrodomestici, computer compresi. Abbiamo (sempre di più ) vari tipi di famiglie a causa dei divorzi, e famiglie sempre più particolari, grazie all’apertura degli ( e delle ) omosessuali. Cambiano lavoro in continuazione e siamo destinati a continuare a farlo. Abbiamo più nazioni, siamo Italiani, ma anche Europei e sempre più occidentali. Valori che cambiano di continuo, alcuni si estinguono ( comunismo ) altri ritornano ( nazismo ). Abbiamo a disposizione tutti gli dei del creato, dobbiamo solo scegliere. Con un click possiamo accedere ad una quantita di informazioni ( 1.266.000 di pagine disponibili, esempio google ) che non basterebbe una vita per leggerle tutte. Parliamo varie lingue e viviamo e lavoriamo in giro per il mondo. Siamo tutti mischiati, ma pur sempre divisi.
Tutto è già stato, scritto, scoperto, fatto.
Ecco il nostro mondo, la nostra molteplicità. Qui viviamo noi. Soli.
Un abrazo.
Una volta avevamo un lavoro, una casa, una famiglia, un’amante. Avevamo una macchina, una tele, un telefono, un bagno. Tutto era singolare. Esaltava questa comunione con il singolo. Ci riconoscevamo nei nostri oggeti. Erano parte di noi. Estensioni del nostro corpo. Imparavamo a conoscerli, a rispettarli. Ci affezionavamo anche. E lo stesso erano i valori. Unici. Singolari, indivisibili. Un dio, una patria, una famiglia. Esistevano grazie a tutte queste singolarità, linee di demarcazione. Si sapeva come muoversi. Cosa giusto e cosa sbagliato. Cosa indispensabile e cosa superfluo. Vi era chiarezza. Si poteva ancora distinguere uno scopo e affidarvicisi.
Non sono certo che una volta si vivesse meglio, ma sono sicuro che vi era meno caos, confusione, contraddizioni.
Oggi siamo persi all’interno della molteplicità, che non è sbagliata a priori, semplicemente siamo i primi a viverla a questi livelli. Nessuno ci ha insegnato. Nessuno ci ha spiegato come gestirla. Improvvisiamo, e credo che i più ( io sono fra questi ) si sentano persi e quasi indifesi difronte a questa molteplicità.
Oggi abbiamo, 2,3,4 telefoni, che cambiano in continuazione, cosi come cambiano le macchine e gli elettrodomestici, computer compresi. Abbiamo (sempre di più ) vari tipi di famiglie a causa dei divorzi, e famiglie sempre più particolari, grazie all’apertura degli ( e delle ) omosessuali. Cambiano lavoro in continuazione e siamo destinati a continuare a farlo. Abbiamo più nazioni, siamo Italiani, ma anche Europei e sempre più occidentali. Valori che cambiano di continuo, alcuni si estinguono ( comunismo ) altri ritornano ( nazismo ). Abbiamo a disposizione tutti gli dei del creato, dobbiamo solo scegliere. Con un click possiamo accedere ad una quantita di informazioni ( 1.266.000 di pagine disponibili, esempio google ) che non basterebbe una vita per leggerle tutte. Parliamo varie lingue e viviamo e lavoriamo in giro per il mondo. Siamo tutti mischiati, ma pur sempre divisi.
Tutto è già stato, scritto, scoperto, fatto.
Ecco il nostro mondo, la nostra molteplicità. Qui viviamo noi. Soli.
Un abrazo.
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